"Una situazione gravissima". A essere gravissima, per il presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi Roberto Fumagalli è la situazione che si è verificata tra le fila di Silea, la municipalizzata della spazzatura in provincia di Lecco. Secondo il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, è stata trasformata "in una succursale al Nord delle cosche calabresi", come si legge testualmente negli atti d’inchiesta dell’ultima maxi operazione antimafia Karphatos: tra i 52 indagati a vario titolo c’è infatti anche Beniamino Bianco, 54enne di Oggiono, dipendente dal 1995 al 2021 della Spa pubblica dell’immondizia, dove – si legge sempre nei faldoni giudiziari -, prima di essere licenziato con un indennizzo a 5 zeri, "è stato responsabile commerciale e tecnico nonché rappresentante legale", sebbene da Silea smentiscano l’ultima qualifica. È stato accertato che grazie a lui in Silea sono stati reclutati almeno 4 picciotti della ‘ndrangheta "o soggetti vicini ad affiliati". Contrariamente a quanto scritto in un precedente articolo, come specificato sempre da Silea, tra i 4 non ci sono né Danilo Monti, 32enne reo confesso di un omicidio commesso nel 1995, ed ex compagno di Giuseppina Giusy Trovato, nipote 38enne del boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato, e neppure Vincenzio Enzo Marchio, nonostante, secondo gli inquirenti, sarebbe invece stato assunto dal 18 giugno 2018. "Perchè dalla società Silea a suo tempo e i sindaci finora non hanno detto nulla pubblicamente? – prosegue Roberto Fumagalli, che con i soci della sua associazione ambientale e per la legalità, si è costituito parte civile al processo per un’altra indagine antimafia, quella di Infinito, per l’intombamento di 2.600 tonnellate di rifiuti speciali -. La penetrazione delle mafie nel Lecchese è conclamata. Non è ammissibile che ciò avvenga attraverso una sorta di omertà politica. Servono azioni concrete, da parte della società civile, della politica e delle istituzioni, contro questa che non è infiltrazione ma radicamento mafioso, mentre non sentiamo alcuna voce in questa direzione a difesa della legalità". "Ribadiamo di aver sempre agito nell’interesse dei Comuni soci e di tutta la comunità, nella consapevolezza del ruolo di società pubblica al servizio del territorio", è al momento l’unica dichiarazione che giunge da Silea.
CronacaLa mafia nella municipalizzata: "Una situazione gravissima. Non è infiltrazione, è radicamento"