La Gioconda “lariana”: "Lo sfondo è lecchese"

La geologa Ann Pizzorusso è anche una storica dell’arte rinascimentale. Ha rilanciato la tesi secondo cui Leonardo ha dipinto i monti del capoluogo.

La Gioconda “lariana”: "Lo sfondo è lecchese"

La Gioconda “lariana”: "Lo sfondo è lecchese"

Lo sfondo della Gioconda sono Lecco, il suo ponte, le sue montagne, soprattutto le sue rocce. Ora lo sostengono non solo gli storici dell’arte e i cultori del genio vinciano, ma anche i geologi. Proprio in concomitanza con Geocult, il primo Festival italiano delle geoscienze che si è svolto a Lecco per celebrare il bicentenario della nascita del geologo Abate Stoppani - nato a Lecco il 15 agosto 1824 e scomparso all’età di 66 anni - la geologa Ann Pizzorusso, che è anche una storica dell’arte rinascimentale, ha rilanciato la tesi secondo cui appunto lo sfondo della Monnalisa ritrarrebbe Lecco. La studiosa accosta il ponte disegnato nel più celebre quadro da Leonardo al Ponte Vecchio, la catena montuosa alle montagne di Lecco e il lago al lago di Garlate, tutti luoghi che Leonardo ha conosciuto e visitato di persona durante il suo soggiorno lombardo.

"Sono così entusiasta", sono le parole della geologa. "I geologi non guardano i dipinti e gli storici dell’arte non guardano la geologia – spiega - Gli storici dell’arte sostengono che Leonardo ha sempre usato la fantasia, ma qualsiasi geologo del mondo sosterrà quello che affermo io e che si tratta di Lecco. Anche un non geologo può vedere le somiglianze".

Le rocce delle montagne attorno a Lecco sono calcaree proprio come lo sono quelle di colore bianco-grigio dipinte da Leonardo. La presenza di un lago alle spalle della Gioconda inoltre scalzerebbe definitivamente una volta per tutti i possibili riferimenti a Bobbio o ad Arezzo riscontrati invece da alcuni studiosi. Che Lecco e i suoi d’intorni abbiano ispirato Leonardo del resto non è propriamente una novità: è successo lo stesso per la Vergine delle Rocce con le grotte di Laorca e i tre Corni della Rocchetta lungo la valle dell’Adda. Leonardo ha inoltre lavorato al Naviglio di Paderno e al traghetto azionale con la sola forza della corrente di cui esiste l’ultima replica ancora funzionante a Imbersago. Ha poi scritto di Fiumelatte (Varenna), il corso d’acqua più corto d’Italia, che lui chiamava Fiumelaccio. Più che una scoperta, la tesi della geologa sembra quindi piuttosto un’ulteriore conferma di ciò che tanti ricercatori divulgano da tempo. Anche The Guardian e New York Times hanno dato la news.Daniele De Salvo