
La Casa di montagna degli Alpini. Rinascita con due giovani capannat
Gli alpini hanno affidato le chiavi della loro baita ai giovani Valery e Davide, 26 anni lei, 31 lui. Sono loro i due nuovi capannat del rifugio Giuseppe Cazzaniga - Ugo Merlini ai Piani di Artavaggio, che è la Casa di montagna delle Penne nere di Lecco. Li hanno scelti tra 24 candidati. Il rifugio è stato costruito tra il 1927 e il 1930 e ricostruito dopo essere stato distrutto durante la Seconda guerra mondiale nel 1944.
È dedicato all’ufficiale degli alpini Giuseppe Cazzaniga e al reduce della campagna di Russia Ugo Merlini. Valery Gurini e Davide Luzzani sono valtellinesi della Valdidetro e di Bormio. Non sono alla loro prima esperienza nel settore: hanno già gestito sia rifugi d’alta montagna sia altre strutture ricettive. Il rifugio, a duemila metri di quata, attualmente è chiuso per ristrutturazione.
La riapertura è prevista entro l’estate, una volta completati ammodernamento e messa a norma che hanno interessato tutta la parte destinata ad attività ricettiva, e ultimata la sistemazione dei nuovi arredi. L’intervento di riqualificazione del Cazzaniga - Merlini sta proseguendo ormai da più di un anno.
A partire dall’estate 2023 si è provveduto in particolare all’adeguamento e al miglioramento di sala da pranzo e camere da letto, bagni e servizi igienici, nuova piastrellatura del ristorante, finiture delle finestre e ripristino delle persiane. Sono stati rifatti pure impianto elettrico e rete idraulica, mentre sono stati attuati tutti gli interventi necessari al rispetto delle norme di sicurezza interne ed esterne allo stabile. Ora è in corso il rinnovamento di arredi e suppellettili.
"È il simbolo della nostra storia – commenta Emiliano Invernizzi, presidente della sezione di Lecco dell’Ana – Il rifugio tornerà luogo di accoglienza per tutti gli alpini non solo lecchesi, che potranno trovare qui la loro baita in quota. Sarà anche la Casa per gli appassionati della montagna e gli amanti di una località splendida qual è Artavaggio. La ripartenza del rifugio costituirà un concreto contributo allo sviluppo di un turismo capace di valorizzare un’area prealpina ancora intatta, nel rispetto delle sue caratteristiche e ricchezze naturali. In tempi non semplici per le terre alte e per chi intende viverci e lavorarci, un altro motivo di soddisfazione è che tanti si siano proposti per la gestione del rifugio, e che la scelta sia caduta su due giovani che a questa attività intendono legare il loro futuro".