Jet precipitato, schianto sul Legnone per evitare il paese

Si fa avanti l’ipotesi di una manovra di sicurezza dei piloti quando l’aereo stava ormai per precipitare

Il fumo dopo lo schianto sul Monte Legnone

Il fumo dopo lo schianto sul Monte Legnone

Colico (Lecco) -  Non era la prima volta mercoledì scorso che il cielo di Colico veniva solcato da un aereo militare. "Capita sempre, anche se non saprei con quale frequenza – conferma il sindaco Monica Gilardi –. Al rombo dei jet ormai siamo abituati". Lo spazio aereo in Alto Lario è riservato a voli di addestramento dei piloti militari. Lo utilizzano però anche i collaudatori e gli istruttori del gioiello dell’industria aerospazionale italiano Leonardo, sia per testare gli apparecchi appena costruiti e quelli venduti sottoposti a revisione, sia per formare i propri addestratori incaricati a loro volta di formare i piloti a cui sono destinati i velivoli, proprio come Dave Hasley, l’inglese di 49 anni morto lanciandosi con il seggiolino eiettabile dell’ M 346 che si stava per schiantare sul Legnone.

Quella di mercoledì scorso è stata tuttavia la prima volta che si è verificato un incidente aereo. In base a una delle tante ipotesi, il jet stava per cadere sul paese: i due piloti, prima di abbandonare l’aereo, come da manovre di sicurezza, lo avrebbero indirizzato contro il fianco della montagna per evitare disastri e vittime innocenti. Nonostante l’accaduto a Colico prevale il cordoglio sulla paura.

"Lo spavento è passato, è stato provocato più dal boato dell’aereo contro il Legnone che per il timore che possa capitare di nuovo – assicura il sindaco –. È un’eventualità estremamente remota e, se effettivamente venisse confermato che i due piloti hanno manovrato apposta per non cadere sul nostro paese, non abbiamo nulla di cui preoccuparci. Siamo semmai solo addolorati per la scomparsa di un pilota che era un marito e padre di famiglia".