Jet precipitato sul Legnone, per l’inchiesta interna non aveva difetti

I resti del velivolo sommersi dalla neve sulla parete Nord del monte

Il recupero della scatola nera e del Remote memory module dell’M346 precipitato

Il recupero della scatola nera e del Remote memory module dell’M346 precipitato

Lecco, 7 aprile 2022 - L’M 346 precipitato sul Legnone si è schiantato contro il versante Nord della montagna più alta della provincia di Lecco a tutta velocità. Le prime stime indicano che l’impatto sarebbe avvenuto ad oltre 800 chilometri orari. L’apparecchio si è quasi completamente disintegrato e poi è esploso e si è incendiato, a causa del carburante ancora contenuto del serbatoio da 2mila chili di avio. I pochi rottami rimasti sono poi rotolati giù per il pendio, sparpagliandosi su un’area molto estesa in un canalone praticamente inaccessibile. Si tratta soprattutto di qualche lamiera, alcune componenti del motore distrutto e altre parti meccaniche, che al momento risultano essere ancora lì, sulle pendici del Legnone, sommerse dalla neve caduta negli ultimi giorni.

Secondo gli esperti però più che dalle analisi del relitto, si potrà scoprire la causa dell’incidente aereo dall’analisi del C.S.M.U.A, che è il Crash survival memory unit assy cioè la cosiddetta scatola nera, e dell’R.M.M., il Remote memory module, che non è altro che una scheda di memoria. I dispositivi sono stati già recuperati. Solitamente sugli M 346 si trovano due moduli di memoria remota, ma ne sarebbe stato trovato appunto solo uno. Intanto anche alla Leonardo, il gioiello dell’industria aerospaziale italiana, è stata avviata un’inchiesta interna per scoprire i motivi del disastro.

"Gli accertamenti sono in corso e al momento non è possibile trarre conclusioni né fornire ipotesi", si limitano a spiegare dalla Spa della difesa e della sicurezza militare. Gli analisti del settore sottolineano tuttavia che nessun M 346 sarebbe stato messo a terra o richiamato in fabbrica dopo l’incidente costato la vita all’ex istruttore della Raf di 49 anni Dave Ashely e il ferimento del top gun italiano 53enne Gianpaolo Goattin: secondo loro ciò indicherebbe che non sono stati riscontrati difetti di costruzione, tanto meno di progettazione e neppure anomalie sul tipo di velivolo precipitato pochi secondi dopo che i piloti sarebbero solo riusciti a indirizzare apposta verso il Legnone per evirare finisse su zone abitate.