Jet caduto sul Legnone e pilota morto: i comandi non rispondevano più

Per il consulente dei pm si trattò di un’avaria al sistema di pilotaggio

Lecco, 17 marzo 2023 -  I comandi non rispondevano più. A innescare il disastro aereo che il 16 marzo 2022 è costato la vita all’ex formatore inglese della Raf di 49anni David Ashley e il ferimento del collaudatore Gianpaolo Goattin, il top gun italiano di 53 anni miracolosamente scampato all’incidente, sarebbe stato un malfunzionamento dei comandi di pilotaggio dell’M 346. A distanza di un anno esatto dallo schianto del velivolo contro il versante nord del Legnone, sopra Colico, il tenente colonnello dell’Aeronautica militare italiana Filippo Zuffada, esperto di sicurezza in volo, scelto come consulente tecnico dai magistrati che stanno indagando su quanto accaduto, ha depositato ieri la sua relazione.

Dagli accertamenti emergerebbe che l’incidente sarebbe stato provocato, almeno inizialmente, da una possibile avaria o comunque da un malfunzionamento, in particolare del sistema fly-by-wire, il pilotaggio digitale del velivolo progettato e costruito dai tecnici della Leonardo, il gioiello dell’industria aerospaziale e della difesa italiana.

"Gli accertamenti tecnici, particolarmente complessi e connotati da un marcato grado di tecnicità, hanno richiesto il compimento di operazioni squisitamente specialistiche, che sono state poste in essere nel contraddittorio di tutte le parti interessate, che si sono avvalse dell’ausilio di consulenti altamente qualificati", si limita a spiegare il procuratore della Repubblica di Lecco Ezio Domenico Basso. Al momento non risultano indagati e le indagini sono ancora in corso. Da Leonardo per ora nessun commento. L’incidente dello scorso anno sarebbe il primo riscontro di una problematica del genere su un M 346. L’apparecchio, inoltre, non era nuovo ma ben rodato. "Non sussistono le condizioni per condividere quanto successo", si limita a spiegare il pilota superstite, lanciatosi con il seggiolino eiettabile all’ultimo istante insieme al collega inglese, dopo essere riusciti a fatica a dirige il jet lontano dai centri abitati scongiurando così una possibile strage: lui si è salvato restando appeso con il paracadute d’emergenza a uno sperone di roccia; il pilota inglese si è invece schiantato contro le pareti della montagna più alta della provincia di Lecco. I periti di parte avranno adesso modo di presentare le loro controdeduzioni rispetto a quanto sostenuto dal consulente degli inquirenti.