Lecco – Due ore e mezza, forse di più, per essere sottoposto all’alcoltest. Prima che Massimo, una volta ricoverato al Pronto soccorso dell’Alessandro Manzoni di Lecco, venisse sottoposto agli esami del sangue per accertare se avesse bevuto ed eventualmente quanto, sono trascorsi 150 lunghissimi inesorabili minuti. Probabilmente troppi. E, infatti, le analisi sono risultate negative: il 22enne di Lecco che guidava la Bmw serie 1, finita a tutta velocità contro un parapetto in cemento lungo la Sp 72 ad Abbadia Lariana, su cui c’era anche Jenny, la ragazzina di appena 13 anni morta giovedì scorso dopo una settimana di coma irreversibile, aveva un’alcolemia di nemmeno 0,4 grammi per litro di sangue, meno del limite massimo consentito.
Non ha trovato riscontro inoltre nemmeno la circostanza che sarebbe scappato dall’ospedale per non eseguite il test alcolemico, come invece riferito da Michele, il 19enne di Malgrate, l’altro amico che era in macchina con Jenny. Anche per questi motivi a Massimo non sarebbe stata sospesa subito la patente di guida né sono scattati immediatamente provvedimenti restrittivi. Durante quelle due ore e mezza, forse anche di più, Massimo potrebbe però essere riuscito a smaltire buona parte dell’alcol che aveva in corpo, complici il tempo trascorso, l’adrenalina, l’acqua bevuta.
È questo che starebbero verificando i magistrati che lo stanno indagando per omicidio stradale. Massimo comunque non è stato sottoposto solo all’alcoltest. Come di prassi in caso di incidenti gravi, è stato sottoposto pure ad altri esami per stabilire se abbia eventualmente assunto sostante proibite e se guidasse quindi sotto l’effetto di stupefacenti. Oltre ai referenti clinici, determinanti ai fini delle indagini, sarebbe inoltre la testimonianza proprio di Michele, il principale “accusatore” di Massimo, a cui tuttavia ha prestato la sua auto da 20mila euro comperata solo da qualche mese nonostante non avesse nemmeno la patente.
“Eravamo tutti e due ubriachi – ha riferito più volte -. Avevano bevuto birra e Jagermeister”. Lo Jagermeister è un amaro da 35 gradi. “E poi lui correva a 150 all’ora”, ha sempre insistito. A testimoniare la sua versione ci sono almeno due video che ha girato lui pochi minuti e poche decine di metri prima dello schianto.