DANIELE DE SALVO
Cronaca

Insegnare geografia con le cartoline: l’esperimento da 110 e lode di Giulia

Santa Maria Hoé, le immagini hanno catturato l’attenzione degli studenti

Il collezionista di cartoline Alessio Fumagalli e Giulia Riva festeggiano la laurea della ragazza

Il collezionista di cartoline Alessio Fumagalli e Giulia Riva festeggiano la laurea della ragazza

Santa Maria Hoé (Lecco) – Vecchie cartoline per spiegare geografia a bambini che una cartolina non l’avevano mai vista prima né sapevano nemmeno cosa fosse.

A insegnare geografia con le cartoline, nell’era del web e dei social, a scolari della generazione Alpha delle elementari di Santa Maria Hoè e trasformare il metodo in una tesi di laurea che le è valsa il massimo dei voti è stata Giulia Riva, universitaria santese di 25 anni, che, le scorse settimane, si è laureata con 110 in Scienze della formazione primaria alla Bicocca di Milano. L’ha ispirata il 65enne Alessio Fumagalli, amico del papà, che è il collezionista di cartoline numero uno al mondo, con oltre 2 milioni 200mila pezzi unici, di ogni dove, epoca e forma.

In aula, alla discussione della tesi, era presente anche lui, il recordman planetario di cartoline. "Ho utilizzato le vecchie cartoline di Alessio con immagini della zona, per mostrare come è cambiato e cambia il nostro territorio – racconta Giulia -. I bambini inizialmente non avevano alcuna familiarità con le cartoline, quasi nessuno ne aveva mai scritta né spedita una. Tutti ormai sono abituati a mandare messaggi Whatsapp come saluti dalle vacanze. È stata una sfida, veramente. Gli scolari delle classi in cui ho svolto tirocinio però hanno risposto bene alla proposta. L’insegnante di classe, che era il mio tutor, mi ha rivelato che i bambini aspettavano il giorno di lezione con me".

Mettendo in fila le diverse cartoline di diversi periodi, dal 1910 in poi, che ritraevano gli stessi luoghi, in una sorta di sequenza temporale, gli alunni hanno subito compreso i cambiamenti dei paesaggi, soprattutto per l’intervento dell’uomo, sebbene, almeno in Brianza, non sono stati fortunatamente completamente stravolti. Le cartoline hanno offerto pure lo spunto per riflettere sulla prospettiva del fotografo.

"Ho inoltre sperimentato - prosegue Giulia – che con le immagini sul telefonino i bambini subiscono una sorta di bombardamento visuale che li rende meno attenti, mentre con le cartoline diventano più attivi, più partecipi, più capaci di interpretare le le immagini".