Alessio Fumagalli, due milioni di cartoline dal mondo: “Come viaggiare, meglio dei social”

La storia del 62enne di Santa Maria Hoè, nel Lecchese: messaggi da ogni continente, scrivono vecchi amici e ne conosco di nuovi

Alessio Fumagalli con due (grandi) cartoline della sua collezione: alcune stampe sono molto rare e preziose, veri e propri pezzi di antiquariato

Alessio Fumagalli con due (grandi) cartoline della sua collezione: alcune stampe sono molto rare e preziose, veri e propri pezzi di antiquariato

Santa Maria Hoè (Lecco) –  Mentre tutti condividono foto e messaggi via Whatsapp o pubblicano storie online su Instagram e TikTok, lui continua a chiedere a chiunque di spedirgli delle cartoline postali. Oggi, come si faceva una volta. Un pensiero scritto dietro una fotografia per salutare parenti e amici quando si andava in vacanza o si affrontava un viaggio. Alessio Fumagalli, 65enne di Santa Maria Hoè, le colleziona da quando era un bimbo 6 anni. Ora ne ha due milioni. Anzi. "Due milioni e 3mila – specifica con orgoglio –. Escluse naturalmente quelle doppie, che conservo ma non conto". È il record mondiale.

Che senso hanno, per lei, le cartoline?

"Una cartolina è per sempre, come lo slogan della pubblicità del diamante, anche se per me le cartoline sono più preziose dei gioielli. Ricevere una cartolina significa che qualcuno ti ha dedicato tempo oltre che un pensiero: l’ha scelta, l’ha comperata, l’ha scritta, l’ha affrancata, l’ha spedita. Se un familiare o un amico o, come capita a me, anche chi non ti conosce ti invia una cartolina, vuol dire che ti vuole proprio bene. I messaggi Whatsapp, i post sui social e le foto con gli smartphone invece durano poco, sono effimeri, usa e getta, non implicano impegno".

Perché collezionarle?

"Per problemi di salute da piccolo non ho potuto viaggiare molto. Ricevere cartoline, conservarle e guardarle per me era come girare lo stesso il mondo in luogo e in largo. È così ancora adesso. In fondo, negli scatoloni dove le catalogo, è veramente come conservare e custodire due milioni di angoli del mondo. È anche un modo per ritrovare amici e conoscere nuove persone".

Secondo lei funzionano meglio dei social network?

"Molto meglio dei social. Vengo contattato quotidianamente da posti lontanissimi e da gente fantastica che altrimenti non incontrerei mai".

Da dove le arrivano?

"Da ogni Paese di tutti gli Stati d’Europa e poi da tutti gli altri i continenti, compreso l’Antartide. Le ultime che ho ricevuto – e con le quali ho tagliato il traguardo dei 2 milioni – mi sono state spedite da Israele, dal Messico e da Bogotà, in Colombia. Dovrei verificare meglio, ma credo comunque di avere una cartolina da ciascuno dei comuni del mondo".

Quali tipologie di stampe colleziona?

"Ne ho di tutti i tipi. A colori, in bianco e nero. Ho la più grande del mondo, ne ho di minuscole, di affrancate e senza francobollo, nuove e scritte, stampate di recente e antiche. La più vecchia è del 1867 e ritrae una chiesetta in collina a Udine. Sono di carta, cartoncino, plastica, alluminio, legno, sughero, cristallo. Alcune sono molto rare e preziose, veri e propri pezzi di antiquariato con prospettiva sulla storia. Una di inizio Novecento ritrae il Duomo di Milano. Un’altra, di cui esistono solo otto copie al mondo, raffigura la morte di Nino Bixio".

Fino a quando collezionerà cartoline?

"Per sempre, fino a quando vivrò. Due milioni di cartoline non sono un traguardo: sono solo una tappa. Non ho la minima intenzione di fermarmi, mi sogno le cartoline anche di notte".