Lecco – Un’inchiesta su chi ha tentato di assaltare il municipio di Lecco e ha aggredito con un lancio di pietre e a ombrellate i poliziotti che li hanno bloccati. Lo annunciano i vertici della questura, all’indomani dei tafferugli su sono verificati lunedì sera all’ingresso di Palazzo Bovara, a margine del presidio antifascista organizzato dagli attivisti dell’Anpi in risposta ad una fiaccolata di commemorazione di 16 ufficiali e sottufficiali di due brigate repubblichine condannati a morte il 28 aprile 1945 per aver ucciso a tradimento alcuni partigiani.
«Si è tenuta una riunione operativa presieduta dal signor procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecco Ezio Domenico Basso per delineare le fasi investigative da intraprendere, al fine di identificare compiutamente gli autori dei fatti di reato commessi», si legge in una nota della questura lecchese. Gli agenti della Digos, la Divisione investigazioni generali e operazioni speciali, sono già stati sentiti dai magistrati incaricati di coordinare le indagini.
I violenti si sono staccati da altri 200 manifestanti che hanno provato a raggiungere i promotori dell’adunata per i caduti della Repubblica sociale italiana, probabilmente in cerca di uno scontro fisico: gli agenti della Polizia di Lecco, con i colleghi dei contingenti di rinforzo del Reparto Mobile di Milano e Torino e dei carabinieri, tutti in assetto antisommossa li hanno fermati due volte. In cinquanta circa allora hanno ripiegato verso il palazzo comunale: si tratta soprattutto di anarchici e antagonisti e di estremisti di sinistra della zona, volti noti per lo più. Una ventina di loro ha provato a sfondare il blocco con le maniere forti. Nessun accertamento invece è stato annunciato circa i sedicenti camerati.