
Un intervento del Soccorso alpino in quota
Tre escursionisti morti in tre giorni solo sulle montagne della provincia di Lecco. Sabato sul Resegone hanno perso la vita un 44enne di Treviglio prima e un turista della Repubblica Ceca di 47 anni poi, mentre giovedì nei boschi sopra Mandello è precipitato per 15 metri un pensionato di 78 anni. La conta delle vittime sale a 5 se si allarga il raggio a tutto il territorio di competenza dei tecnici del Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana: oltre a Lecco, le province di Como e di Varese e l’Appennino pavese. Quasi 180 invece gli interventi complessivi e i numeri sono in costante crescita. Dati allarmanti, che impongono considerazioni generali sulla sicurezza in montagna.
"Stiamo andando verso il periodo estivo, una stagione con temperature più alte e con cambiamenti significativi nelle condizioni ambientali – spiega Marco Anemoli, delegato della XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino e speleologico lomnardo -. In quota, i versanti esposti a nord presentano ancora, in alcune aree, neve e ghiaccio. È quindi fondamentale porre la massima attenzione a questi aspetti, compreso un equipaggiamento adeguato, oltre alla valutazione e alla pianificazione accurata dell’itinerario".
Significa intanto calzature adatte, ramponcini e ramponi dove necessari, abbigliamento adatto, anche a strati, luce frontale, cellulare sempre carico per lanciare l’allarme ed essere localizzati in caso di necessità. E poi scegliere uscite in base alle proprie capacità e fidandosi solo di esperti, non di influencer e guru dei social. "Da anni – prosegue – promuoviamo la campagna permanente "Sicuri in montagna", per la prevenzione degli incidenti nei diversi periodi e per attività specifiche".
Daniele De Salvo