Jet precipita sul Legnone: il pilota morto era sopravvissuto a un incidente aereo nel 2019

Dave Ashely era rimasto gravemente ferito dopo essersi eiettato da un aereo a bassa quota

DAve Ashley. Alle sue spalle un modellino di F 18 e il casco da pilota

DAve Ashley. Alle sue spalle un modellino di F 18 e il casco da pilota

Lecco, 16 marzo 2022 – Aveva già rischiato di morire in un incidente aereo nel 2019 e sempre dopo essersi lanciato con il seggiolino eiettabile Dave Ashely, il pilota istruttore inglese di 50 anni che ha perso la vita questa mattina sul Legnone. Durante una simulazione di combattimento aereo in Qatar era rimasto coinvolto in una collisione e aveva dovuto azionare l'espulsione d'emergenza nonostante si trovasse a bassa quota. Durante la manovra la maschera per respirare e la visiera del casco gli erano state strappate via dal volto e una scheggia gli aveva frantumato l'orbita tanto. Nel brusco atterraggio al suolo molto simile ad uno schianto a causa del lancio a mezz'aria che non aveva consentito al paracadute di rallentare la discesa si era rotto la schiena, la caviglia e l'anca e aveva temuto di perdere un occhio. Nel giro di cinque mesi si era però completamente ripreso.Dave fino all'incidente in seguito al quale si era congedato era un pilota dalla Raf, la Royal air force, che è l'aeronautica militare britannica. Pilotava gli Harrier, che sono aerei a decollo e atterraggio verticale, e gli F 18 in occasione di uno scambio con i colleghi delle forze armate canadesi. Era un pilota istruttore. Aveva partecipato a missioni in tutto il mondo ed era abilitato anche a decollare e appontare sulle portaerei della Roylan navy. Si era arruolato a 17 anni d'età, sfruttando una borsa di studio. Dopo l'incidente si era dedicato agli affari immobiliari e agli investimenti. Era uno sportivo e praticava nuoto, ciclismo e corsa. Era sposato: lascia la moglie Heather e due figli giovani di 15 e 13 anni. I vigili del fuoco sono riusciti a recuperare il suo corpo dal luogo dell'incidente solo nel tardo pomeriggio, perché si trovava in una zona difficilmente accessibile e molto esposta.