Il catasto del mattone criminale

Milano e l'hinterland sono la capitale lombarda del patrimonio immobiliare sequestrato alla criminalità organizzata, con quasi 1.500 immobili. Molti di questi sono già stati destinati a scopi sociali o istituzionali, ma molti altri restano ancora da assegnare.

La capitale lombarda del patrimonio immobiliare sequestrato e confiscato a uomini e donne della crimine organizzato è Milano e hinterland, con quasi 1.500 immobili. Di questi 579 restano da affidare, 867 sono stati già stati destinati. Il catasto regionale del mattone che puzza di mafia comprende poi 144 proprietà confiscate e sequestrate in provincia di Bergamo: 94 ancora gestite dai funzionari dell’Anbsc e dei tribunali, 50 già destinati. In provincia di Brescia le unità immobiliari sottratte agli esponenti della mala sono 236, di cui 96 da affidare in gestione. A Como e provincia sono 146, di cui 66 già destinati. In provincia di Cremona sono 95, 66 da affidare e 22 già destinate a scopi sociali. In provincia di Lecco, che resta patria del clan di Franco Coco Trovato nonostante il capofamiglia sia rinchiuso in carcere al 41 bis dal 1992, sono 56: 26 ancora da assegnare, 22 trasformati in simbolo di legalità, come una pizzeria antimafia, appartamenti protetti e centri sociali. In provincia di Lodi i beni sottratti ai criminali sono 74, 63 da destinare, 11 assegnati. Nel Mantovano sono 113, di cui solo 11 riutilizzati. A Monza e Brianza sono 463, per 162 dei quali è stato definito l’iter per il reimpiego. Nel Pavese sono 162, di cui 66 da assegnare. In provincia di Sondrio sono 29, 25 ancora da affidare a qualcuno. In provincia di Varese infine sono 228, 113 da destinate per finalità sociali o istituzionali, gli altri 115 invece già destinati. D.D.S.