Andrea Morleo
Cronaca

Il Bione riapre ma sembra il deserto

Dopo mesi di chiusura prenotata la prima ora di tennis. Piscina e locali interni in attesa della sanificazione

Il Bione riapre i battenti nella sua parte esterna ma nessuno sembra essersene accorto. Sono da poco passate le undici e al Centro sportivo comunale è “calma piatta“. La temperatura unita a una buona dose d’umidità che sale dal lago non aiutano ma la sensazione che ti prende è quella di un luogo abbandonato con l’erba ingiallita dai primi caldi a dare un ulteriore aria di “desertificazione“. Quella che da mezzo secolo è la casa dello sport lecchese, una struttura che sua natura dovrebbe trasmettere dinamismo, gioia, vivacità appare invece un luogo fantasma. Eppure ieri, dopo i mesi di lockdown (e un altro po’ per assestarsi), il Bione ha riaperto al pubblico.

"Hanno prenotato un’ora sul campo di tennis", spiega una delle ragazze alla reception come se si trattasse della conquista della Luna. CF’è da capirli però i quattro-cinque dipendenti della In Sport, costretti a convivere con un lungo stop dell’attività che ora è ripartita “monca“. "Tutte le attività interne al momento sono ancora ferme", si affrettano a spiegare mentre a varcare l’ingresso è proprio una signora che chiede informazioni su come poter recuperare il corso di nuoto già pagato ma utilizzato solo fino all’inizio del lockdown. "Piscina e attività interne apriranno con tutta probabilità a luglio: prima si dovrà sanificare gli impainti della piscina e di aerazione", ci spiega più tardi Roberto Nigriello, assessore comunale allo Sport intento ad osservare il prosieguo dei lavori alla pista di atletica. "Stanno lavorando ai cordoli, ci vorranno almeno un altro paio di settimane". Sono loro, gli operai e tecnici dell’azienda romana vincitrice dell’appalto a dare un po’ di verve a un centro che (ad oggi) di sportivo ha solo il nome.

"I campi di calcio sarebbero anche pronti ma non si possono giocare le partite (e la serie A?, ndr), ci si può solo allenare e ora non lo fa nessuno", spiega Nigriello che dal suo predecessore (il dimissionario Stefano Gheza) ha ereditato la patata bollente Bione con annesse critiche, decuplicate dopo la rottura con l’azienda incaricata di creare la rete fognaria degli spogliatoi. "Per fortuna abbiamo rescisso il contratto prima che fallissero però i lavori sono fermi", ammette l’assessore che però aggiunge che il Centro rimarrà aperto anche ad agosto, cosa mai accaduta.

La sensazione però è che nessuna abbia voglia di premere sull’acceleratore, in primis il gestore: primo perché la sanificazione dei locali e la purificazione degli impianti hanno un costo e poi perchè notoriamente in estate non si fanno incassi da nababbi. Però forse è solo una cattiveria ma intanto senza sport ci stanno i lecchesi.