DANIELE DE SALVO
Cronaca

I nomi di tre eroi della Resistenza. Le pietre di inciampo li ricordano

Luigi, che tutti chiamavano Signur, aveva 43 anni. Antonio ne aveva 40. Franco 30. Era tutti di Lecco e...

Le nuove pietre di inciampo ricorderanno il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà e la democrazia

Le nuove pietre di inciampo ricorderanno il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà e la democrazia

Luigi, che tutti chiamavano Signur, aveva 43 anni. Antonio ne aveva 40. Franco 30. Era tutti di Lecco e sono morti, anzi sono stati assassinati, tutti lo stesso giorno e nello stesso luogo: il 12 luglio ’44, un mercoledì, nel poligono di tiro di Cibeno, frazione di Carpi, dopo essere stati internati nel campo di concentramento di Fossoli. Ad ammazzarli, come fossero versagli viventi, i repubblichini. Luigi era trafiliere di professione e sindacalista per impegno civile. Antonio Colombo era un piccolo commerciante di legna, tra primi partigiani lecchesi, che ha aiutato tanti ebrei e alleati a riparare in Svizzera. Franco, impiegato, era un componente del Comitato nazionale di Liberazione e responsabile del Comitato sindacale clandestino. Sono stati tutti arrestati dalle SS il 19 maggio 1944. Prima San Vittore, poi Fossoli. Avrebbero dovuto essere trasferiti in un lager in Germania, ma sono stati trucidati per rappresaglia con altri 64 internati, tra cui un altro lecchese, Lino Ciceri, che aveva 21 anni antifascista militante come tutti loro.

Davanti a dove abitavano, in via Monsignor Moneta 12, in corso San Michele del Carso 2 e in via Digione 14, sabato, in occasione del Giorno della Memoria, verranno posate tre pietre d’inciampo, che si aggiungono a quelle già posate nel 2019 in ricordo di Lino, papà di Pietro, morto probabilmente gassato nel lager di Gusen nel 1945 all’età di 53 anni, e di Pietro Ciceri. "Posizioneremo tre mattonelle color oro nei pressi della loro casa così che tutte queste pietre, già diffuse in tutta Europa, costituiscano i punti di riferimento valoriali per ogni generazione – spiega il sindaco Mauro Gattinoni -. Vogliamo ringraziare questi tre lecchesi che, con le proprie scelte e il proprio sacrificio, ci indicano ancora oggi la strada della democrazia".