DANIELE DESALVO
Cronaca

Boschi della droga nel Lecchese: la vedetta di 16 anni, i pusher accampati e gli ordini via Telegram

Operazione della polizia Dervio, Dorio e Colico

Boschi della droga nel Lecchese: la vedetta di 16 anni, i pusher accampati e gli ordini via Telegram

Colico (Lecco) – Nike Air Force 1 ai piedi, Levi’s tagliati sulle ginocchia e felpone nero. Sta seduta su un muretto con lo zaino Eastpak in spalla. Avrà 16 anni, 17 al massimo. Sembra una studentessa che aspetta il pullman. Gli spacciatori l’hanno reclutata per avvisarli se vede gli sbirri, che stanno stringendo sempre più la morsa attorno a loro. In cambio la pagano con una dose di eroina tagliata con qualche porcheria. Ai poliziotti basta uno sguardo per capirlo: lì, dall’altra parte della Provinciale in riva del laghetto di Piona, i bus non si fermano; inoltre è nervosa, continua a guardarsi in giro e si tormenta le unghie. Anche la ragazzina intuisce che loro non sono passanti né turisti, sebbene abbiano abiti civili.

Dalla tasca posteriore dei jeans recupera l’iPhone, digita veloce sullo schermo per mandare un messaggio e poi sparisce. Con lei si dileguano pure alcuni automobilisti che erano fermi a bordo strada. Si tratta di clienti del take away della droga in cui sono stati trasformati i boschi dell’Alto Lario tra Dervio, Dorio e Colico, tra il lago e la Statale 36, a ridosso di gioielli di storia, arte e fede come il borgo dei mille scalotti di Corenno o l’abbazia cistercense di Piona.

"Spaccio mordi e fuggi – spiega l’ispettore delle Volanti di Lecco Luca Crepaldi, 58 anni, 40 con la divisa della Polizia cucita addosso – Gli acquirenti ordinano tipo e quantitativo di droga con WhatsApp o Telegram, si fermano nei punti prestabiliti, gli spacciatori sbucano dai boschi dove sono accampati, prendono i soldi, consegnano la droga e tornano a nascondersi". Il passaggio di mano dura una manciata di secondi. L’ispettore è con altri tre colleghi della Mobile e della Stradale, tutti in borghese, per non essere riconosciuti e cogliere individui e movimenti sospetti. Ci riescono, perché i colleghi in divisa di quattro equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Milano arrivati apposta ad allestire posti di blocco tutt’attorno, grazie alle loro segnalazioni fermano quattro clienti con qualche grammo di droga in tasca.

"Li segnaliamo in Prefettura, rischiano la patente", prosegue l’ispettore, a capo dell’ultimo servizio contro lo spaccio nei boschi della droga, un bazar a cielo aperto dove si vende e compra ogni sostanza proibita a prezzi di saldo. Di spacciatori questa volta, a differenza di altre, non ne viene invece individuato nessuno, nonostante la perlustrazione nella ripida e fitta boscaglia prosegua a oltranza. Nei boschi ci sono però tracce evidenti del loro passaggio: materassi abbandonati, anfratti trasformati in bivacchi, spazzatura ovunque, bottiglie di plastica per inalare droga. "Va bene lo stesso, abbiamo guastato loro la giornata e gli affari. Gli stiamo facendo terra bruciata attorno. Chi la dura la vince e noi non ci arrendiamo".