Ha soffocato la madre. Assoluzione anche in Appello

In primo grado il gup lo aveva assolto per vizio totale di mente. Ieri il verdetto è stato confermato dalla Corte d’assise d’appello. Si parla di Vincenzo Capano, il ventiseienne di Breno che il 10 settembre 2020 uccise la madre, Francesca Mesiano, 53 anni, affetta da problemi mentali. Il processo è scaturito dal ricorso del pm Roberta Panico, che aveva messo in evidenza l’esito del proprio consulente secondo cui la capacità di intendere e di volere di Capano all’epoca dei fatti era scemata solo in parte. Una tesi stigmatizzata invece dall’avvocato Gerardo Milani: stando alla difesa il giovane - collocato in Rems per almeno 10 anni - soffre infatti di schizofrenia simplex, una patologia con sintomi nascosti, la più insidiosa da individuare. Disoccupato, figlio di un padre violento e alcolizzato, Capano per anni si era occupato della madre senza aiuti, in condizioni economiche di indigenza. Dopo averle messo le mani attorno al collo durante una lite in casa, rimase a vegliarla per ore, poi chiese aiuto ai carabinieri. La sua personalità è stata oggetto di valutazioni cliniche contrapposte. Una prima perizia concluse per un’incapacità all’epoca del delitto ma per la capacità di stare a giudizio. Una seconda perizia ha invece cristallizzato la totale incapacità, confermata da un terzo perito che ne ha riconosciuto pure la pericolosità sociale. Una consulenza della Procura infine invece aveva evidenziato disturbi di personalità e un deficit cognitivo, ritenendo però la schizofrenia solo un’ipotesi. B.Ras.