Gli imbrattatoti di San Valentino ora si scusano

Due studenti sorpresi a dipingere un graffito sulla palestra del liceo di Merate spiegano che il messaggio sull'amore non era solo per le ex, ma per tutti i giovani. Si sono scusati e hanno ripulito il danno, consapevoli di aver commesso un reato.

Gli imbrattatoti di San Valentino ora si scusano

Gli imbrattatoti di San Valentino ora si scusano

"L’amore non è un gioco". Il messaggio che volevano lanciare attraverso un graffito sul muro della palestra del liceo Maria Gaetana Agnesi di Merate i due 18enni sorpresi la sera della vigila di San Valentino con le bombolette spray in mano, non era diretto solo alle loro ex che li hanno lasciati, ma a tutti gli studenti. "Tale messaggio, seppur maturato a causa delle nostre vicende personali, non era semplicemente riferito a specifiche persone, ma voleva ricordare a tutti, soprattutto a noi giovani, che rispetto e cura dei rapporti interpersonali sono valori imprescindibili", spiegano i due writers, che si firmano 2L, perché L è l’iniziale dei nomi di entrambi. "Ridurre questa affermazione ad un semplice gesto per riconquistare o ammonire chi ti ha ferito sminuisce ciò che invece si voleva lasciare scrivendo su una scuola frequentata da più di 1.300 studenti, il giorno di San Valentino", proseguono i due, che nella loro apologia citano il Trattato Terzo del Convivio di Dante e l’etimologia di "fidanza". Se l’intenzione dei due cupido fosse effettivamente un messaggio ai coetanei, o se si tratti di una giustificazione lo sanno solo loro. Certamente sono consapevoli di aver commesso un reato, costato una denuncia penale. "Abbiamo mancato di rispetto alle regole e al comportamento civile, macchiandoci di questo gesto evitabile e facendo prevalere l’istinto alla ragione – chiedono perdono i due - Per questo abbiamo ci siamo scusati con i docenti e la dirigente dell’istituto e abbiamo ripulito il danno e siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità". "Amor, ch’a nullo amato amar perdona", scriveva del resto Dante al verso 103 del canto V nell’Inferno della sua Divina Commedia per raccontare la storia e colpa dell’amore proibito di Francesca e Paolo. D.D.S.