Giustizia più veloce con la Polizia locale

Gli agenti ingaggiati dal procuratore per seguire indagini su ubriachi e drogati al volante

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Giustizia più equa e veloce a Lecco. Il procuratore capo della Procura della Repubblica di Lecco Ezio Domenico Basso ha ingaggiato "agenti speciali" di Polizia giudiziaria. Sono agenti di Polizia locale reclutati per occuparsi tra il resto delle indagini su ubriachi e drogati al volante, che sommergono le scrivanie dei magistrati lecchesi, impendendo loro di occuparsi di casi più importanti e più in fretta.

Sono infatti dai 3 ai 400 i fascicoli solo per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti trasmessi nell’ultimo anno in Procura e rappresentato tra il 15 e il 20% del totale. Sgravare il procuratore e i sostituti procuratori di scartoffie, accertamenti, verbali e tabelle alcolemiche per procedimenti che spesso si concludono con multe e lavori socialmente utili, consentirà agli inquirenti di smaltire gli arretrati e concentrasi su faccende più rilevanti e complesse in minor tempo, a tutto vantaggio di chi è costretto a passare da un’aula di tribunale, perché alla sbarra o come parte lesa piuttosto che come teste. A capo della task force ci sono il commissario capo in forze alla Polizia locale di Lecco Silvio Spandri e il comandante della Provinciale Gerolamo Quadrio. Del nucleo "atipico" di Polizia giudiziaria come lo definisce il procuratore, fanno parte altri 8 agenti della Locale di Lecco, Civate, Colico, Galbiate, Mandello del Lario, Oggiono e Valmadrera, distaccati in Procura alcuni giorni a settimana.

"Sto cercando di far ripartire l’attività in Procura e smaltire gli arretrati – spiega Ezio Domenico Basso –. La soluzione che ho ideato permette di definire velocemente e in maniera appropriata procedimenti non di vitale importanza ma significativi per numero". I "magnifici 10" sono divisi in due squadre: una specializzata in reati contro il codice della strada, lesioni personali colpose per incidenti e in questioni urbanistiche come abusi edilizi, l’altra in materia ambientale, caccia e pesca. Ai contribuenti non costano un centesimo in più e non gravano neppure sui conti del dicastero della Giustizia della ministra Marta Cartabia, perché il loro stipendio arriva sempre dalle amministrazioni comunali per le quali sono assunti. "Oltre ad aiutare noi in Procura, c’è pure un ritorno per loro e i loro colleghi – prosegue il procuratore capo -. È prevista una formazione che passono poi a chi non si occupa quotidianamente di polizia giudiziaria in modo che gli atti da trasmetterci siano compilati nel modo più completo e corretto possibile. Puntiamo sulla qualità del lavoro svolto, non sulla quantità". D.D.S.