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Oasi Pian di Spagna, gli ambientalisti: "Paghino tutti i responsabili"

Dopo la sentenza che ha condannato l'ex presidente e il tecnico per la presenza dell'impianto di frantumazione gli ambientalisti chiedono alla Procura di indagare

Una delle proteste

Gera Lario (Como), 23 settembre 2015 - Dopo che la sentenza della Corte dei conti ha condannato l’ex presidente della Riserva del Pian di Spagna Alberto Deghi e il tecnico Paolo Poli a pagare oltre 230mila euro a testa per la gestione dell’impianto di frantumazione di inerti che non dovrebbe per legge esistere rebbe per legge esistere nell’Oasi la questione rischia di allargarsi a una serie di altri enti e personalità che hanno gestito e che gestiscono l’Oasi. Infatti le associazioni ambientaliste, partendo dai nomi contenuti nella sentenza della Corte dei Conti, chiederanno alla Procura di aprire nuovi fascicoli.

«Come associazioni ambientaliste – si legge in una nota, da alcuni anni impegnate a vigilare e proporre soluzioni per la gestione corretta della Riserva Pian di Spagna e lago Mezzola, abbiamo letto con interesse la sentenza numero 28170 – 137 del 2015 della Corte dei Conti Lombardia depositata in segreteria e riguardante la perdurante presenza in Riserva dell’impianto di lavaggio e frantumazione inerti ex Novamin oltre il termine del 30 giugno 2011 fissato da una convenzione per la chiusura e il trasferimento, che ha condannato l’ex presidente della Riserva, l’attuale tecnico e il precedente direttore al pagamento in misure differenti dei danni erariali e ambientali». Gli ambientalisti sottolineano che «questa sentenza ha fatto un quadro dei «silenzi» delle diverse istituzioni che avrebbero dovuto intervenire e ci pare giusto che tutti gli altri eventuali responsabili siano perseguiti, ferma restando l’innocenza di ciascuno fino a sentenza definitiva e il diritto di difendersi nelle sedi deputate.

Da tempo contestiamo la presenza abusiva del frantoio nel territorio della Riserva, e il 18 novembre 2011 abbiamo inviato ai Carabinieri e al Corpo forestale dello Stato una richiesta urgente per il blocco dei lavori. Inviamo ora copia della sopracitata sentenza della Corte dei Conti alla Procura della Repubblica di Como per eventuali provvedimenti in merito». Sull’onda della sentenza gli ambientalisti chiedendo inoltre notizie di un loro esposto riguardante l’edificazione di «due nuove costruzioni in area di esondazione Pai e zona Ramsar». I gruppi ambientalisti hanno anche segnalato alla Corte dei Conti regionale il Decreto 6550 del 31 luglio 2015 emesso dalla Direzione generale ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia dove si legge: «Si proceda all’effettivo smantellamento dell’impianto di lavorazione degli inerti all’interno della Riserva naturale e sito Natura 2000 Pian di Spagna e Lago di Mezzola».