Margno, il padre li ha strangolati a mani nude: l’orribile morte dei due gemelli

L’autopsia ha rivelato la modalità con la quale il padre ha tolto la vita ai figli. Attraverso l’omicidio ha voluto punire la moglie, “colpevole” di volersi separare

Elena e Diego

Elena e Diego

Lecco, 1 luglio 2020 - Sono stati strozzati i due gemelli Elena e Diego, 12 anni, trovati privi di vita sabato mattina a Margno (Lecco). Il padre, Mario Bressi, ha utilizzato tutta la sua forza e la rabbia che aveva in corpo e li ha uccisi con le sue mani. É questo l’esito dell’autopsia eseguita ieri all’ospedale Manzoni di Lecco dall’anatomopatologo Paolo Tricomi. "Abbiamo avuto alcuni elementi in più rispetto alle prime indagini - sottolinea il procuratore di Lecco, Antonio Chiappani - e l’autopsia ha svelato che entrambi sono stati strozzati". Ieri è stata una giornata chiave per chiarire la dinamica del duplice omicidio e suicidio di Margno: in mattinata è stato affidato l’incarico all’anatomopatologo Paolo Tricomi, che avrà novanta giorni di tempo per consegnare la relazione sulla dinamica di quando accaduto nella casa dell’orrore la notte tra venerdì e sabato. Nel pomeriggio è stata eseguita l’autopsia sui gemellini e il padre: l’esame è iniziato una manciata di minuti dopo le 14 e si è concluso attorno alle 20. Effettuati anche i prelievi tossicologici che dovranno chiarire se i gemellini siano stati sedati prima di essere ammazzati: l’esito arriverà entro 30 giorni.

La ricostruzione di quanto accaduto è comunque chiara: il padre Mario Brezzi ha strozzato con le mani sia Diego che Elena (sul primo non ci sono segni, che invece appaiono evidenti sulla sorellina). Poi ha scritto i messaggi via Whatsapp e una lunga email alla moglie Daniela Fumagalli, in cui l’accusava di "aver rovinato la famiglia"; quindi è uscito di casa e ha buttato i cellulari dei figli nella campana per la raccolta del vetro nella piazza del paese; infine ha percorso gli oltre 20 chilometri che separano Margno dal ponte della Vittoria di Cremeno, dove si è tolto la vita. I carabinieri della Compagnia di Lecco stanno passando al setaccio messaggi, telefonate e soprattutto il contenuto della lunga email scritta con la rabbia in corpo da Mario Bressi per carpire nuovi elementi. Il pubblico ministero Andrea Figoni, che coordina l’indagine, ha avuto ieri una dettaglia relazione dagli investigatori dell’Arma, che hanno nuovamente setacciato la casa di Margno e la zona del ponte della Vittoria di Cremeno dove Mario Bressi si è tolto la vita alla ricerca del cellulare del 45enne.

É il tassello che manca all’indagine, dopo l’autopsia. Intanto dall’inchiesta emergono altri particolari relativi ai rapporti tra Mario Bressi e Daniela Fumagalli: durante il lockdown per l’emergenza sanitaria il 45enne ha vissuto da separato in casa e dormiva sul divano. Non si rassegnava alla rottura del matrimonio, al punto che ha respinto anche la raccomandata che avviava l’iter della separazione.