REDAZIONE LECCO

Fuga dei camici bianchi, il prefetto scrive alla Moratti

"La carenza di personale non è compensata dall’espletamento di procedure concorsuali"

Mancano medici, infermieri e operatori sanitari negli ospedali pubblici lecchesi. Molti appena possono scappano altrove, ai concorsi per reclutare i rimpiazzi partecipano in pochi e anche chi li vince rifiuta poi la proposta di lavoro. Succede ovunque nella sanità lombarda, ma in provincia di Lecco la situazione è molto peggiore che altrove, perché presto tanti altri camici bianchi e operatori sanitari andranno in pensione, mentre chi resta non ne può più per le ferie e i riposi saltati e gli straordinari da recuperare. Per questo il prefetto Sergio Pomponio ha scritto una lettera sia all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, sia ai sindaci del territorio, per avvisarli della situazione e chiedere loro, in base alle specifiche competenze, di intervenire. La missiva è partita l’altro giorno, in seguito all’incontro con i delegati sindacali della Rsu e ai vertici di tutte le principali organizzazioni di categoria, che si sono appellati a lui per chiedere aiuto, non solo per loro, ma anche per i pazienti, che rischiano di andarci di mezzo. "Le criticità rappresentate, nella narrazione svolta, risulterebbero ancora più gravose nel territori lecchese, sia per l’ingente quantitativo di ferie residue e di ore accantonate, che per gli ulteriori prepensionamenti – si legge nella nota informativa del prefetto –. La carenza di personale non sarebbe peraltro compensata dall’espletamento di procedure concorsuali, in quanto i vincitori deciderebbero spesso di non prendere servizio, per ragioni di sconvenienza economica, di dimettersi dopo breve tempo". La fuga di medici e sanitari intanto procede al ritmo di almeno uno al giorno. D.D.S.