
Lottoressa Antonella Vian della clinica Talamoni di Lecco dove Eluana era stata ricoverata
Lecco, 9 febbraio 2015 - Una manifestazione per «Eluana Englaro vittima dell’eutanasia» e «contro il testamento biologico» nel sesto anniversario della morte della donna, la cui vicenda è diventata il simbolo della battaglia sul «fine-vita» in Italia, spaccando il Paese e la politica.
Questa mattina, uno gruppo di attivisti del «Movimento mariano Regina dell’amore - Con Cristo per la vita», ha organizzato un presidio fuori dal Palazzo di giustizia di Milano con palloncini rosa e cartelli.
«Eluana voleva vivere e non è stata rispettata la sua volontà», ha spiegato Antonella Vian, medico della clinica Talamoni di Lecco, dove la donna era stata ricoverata prima di essere trasferita nella clinica friulana in cui morì, il 9 febbraio del 2009, in seguito all’interruzione della nutrizione artificiale. «Sono state dette tante menzogne – ha concluso – e vogliamo che venga ristabilita la verità».
La Englaro restò coinvolta in un brutto incidente stradale nel gennaio del 1992, quando era appena 21enne. Rimase quindi in stato vegetativo per oltre 17 anni: suo padre Beppino aveva portato avanti una lunga battaglia giudiziaria contro l’accanimento terapeutico.