
ODOLO (Brescia)
Ha risarcito, e poi ha saldato i suoi conti con la giustizia patteggiando una pena di otto mesi (sospesa grazie al beneficio della condizionale). Si parla di Giorgio Oliva, il 63enne imprenditore che pilotava l’elicottero il 25 ottobre 2020 precipitato sui monti di Cervinia, in Val D’Aosta. Un incidente che costò la vita ad Alfredo Buda, 59 anni, manager bresciano della Iro (Industrie riunite odolese) di Odolo, in Vallesabbia.
Buda e Oliva, amici di lungo corso e colleghi, avevano trascorso una domenica sulle piste da sci aostane e rietravano a Brescia come era già accaduto altre volte via cielo. Ma a destinazione non arrivarono: si schiantarono durante il volo sul massiccio del monte Rosa. I resti del Robinson R44 furono recuperati in una zona impervia, a quota tremila metri, sul versante italiano del monte Breithorn, dopo tre ore di ricerche complicate dall’assenza di visibilità e dalla difficoltà dei luoghi. Buda fu trovato privo di vita, Oliva - titolare della Olifer, azienda del medesimo gruppo di Iro, della quale è vicepresidente - invece respirava ancora. Finì in Rianimazione a Berna, in Svizzera, e si salvò per miracolo. Sopravvissuto, venne iscritto al registro degli indagati dal pm di Aosta Luca Ceccanti per l’omicidio colposo dell’amico. Sulla scorta di una perizia disposta con incidente probatorio in fase di indagine, la magistratura ha ritenuto che quel giorno non vi fossero le condizioni di sicurezza adatte per mettersi in viaggio, a cominciare dalla scarsa visibilità per il muro di nebbia presente in quota. Oliva, pilota esperto, avrebbe dunque tenuto un comportamento incauto affrontandolo ugualmente. Risarciti i familiari della vittima, ha chiuso il procedimento a suo carico patteggiando. B.Ras.