
L'ingegner Gabriele Garindo con il drone
Dolzago, 18 settembre 2019 - La guerra, la difesa e la sicurezza e il soccorso del futuro sono già realtà alla Mako Shark di Dolzago, fondata nel 1985 e diventata punto di riferimento nella produzione di compositi ad alta tecnologia costruttiva per applicazioni in ambito militare, aeronautico e automotive. I progettisti della società brianzola, dal fatturato previsto solo nel 2019 di circa sette milioni di euro, dove lavorano una cinquantina di specialisti, hanno ideato FreeBird, un sistema avveniristico destinato a cambiare non solo le regole dei combattimenti e dell’intelligence ma, si spera, anche dell’assistenza di chi si trova in difficoltà e in situazioni di pericolo, consentendo ad esempio di individuare rapidamente dispersi o feriti sul campo di battaglia come in montagna, oppure trasportando via cielo organi destinati ai trapianti. Si tratta appunto di un sistema complesso, finalizzato a pianificare la gestione di un drone con ali a geometria variabile con un range operativo da due a 250 chilometri e una capacità di carico da cinque fino a 15 chilogrammi a seconda delle missioni e dell’utilizzo nel quale potrebbe essere impiegato. Visori a realtà aumentata ad esempio potranno fornire supporto dall’alto a soldati impegnati in missione, sganciare altri droni più piccoli o rover di terra da manovrare a distanza in luoghi potenzialmente ostili, oppure appunto movimentare carichi utili. Una dimostrazione delle potenzialità di quello che al momento è ancora un prototipo è stata presentata in anteprima ieri nell’elegante cornice del Golf club Lecco di Annone Brianza. Il compito degli onori di casa e di accogliere i rappresentanti delle principali industrie nazionali ed europee del settore, ma anche esponenti politici e funzionari governativi italiani e stranieri, è spettato a Federico Bonomelli, contitolare insieme al fratello Claudio della Mako Shark. «Principalmente ci occupiamo di materiai compositi per le protezioni balistiche – racconta -. Con i nostri collaboratori continuiamo però a elaborare idee come FreeBird. Con la tecnologia di cui disponiamo si può costruire praticamente tutto, ma il punto è comprendere e stabilire ciò che vogliamo e che può servire». Il progetto è stato invece illustrato dal responsabile commerciale Rocco Civati, che è anche membro del Soccorso alpino, e da Luca Bono, Gabriele Garindo e Mario Arrigoni Neri, i tre artefici dell’innovativo FreeBird.