Lecco: vietato dare da mangiare a cigni, papere e nutrie. L'ordinanza del sindaco

L’alimentazione incontrollata degli animali selvatici aumenta e richiama anche un gran numero di roditori ed altri animali infestanti

Una coppia di Cigni (PressPhoto)

Una coppia di Cigni (PressPhoto)

Lecco, 7 ottobre 2022 – Dar da mangiare agli affamati. E' una delle sette opere di misericordia corporale insegnata a catechismo, anzi è la prima. Non vale però per gli animali selvatici, né per i cani e i gatti randagi, certamente non a Lecco almeno, dove anzi si rischiano anzi fino a 500 euro di multa. Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ha infatti firmato un'ordinanza di divieto di somministrazione di cibo a tutte le specie di animali selvatici e randagi sul territorio comunale. A causa dell'abitudine di genitori piuttosto che nonni con figli e nipotini e dei turisti di gettare cibo a cigni, papere e anche nutrie che affollano le sponde del lago di Como e dell'Adda per scattare foto ricordo o video da postare sui social, i selvatici stanno invadendo la città. Lo stesso vale per cani e gatti randagi. Insieme a loro prolificano inoltre anche topi, scarafaggi e altri insetti infestanti.

"Il territorio comunale di Lecco è caratterizzato da una cospicua biodiversità ed in molte zone è particolarmente frequente la presenza di colonie delle più svariate specie animali, come gabbiani, cigni, piccioni, nutrie, anatre, gatti, cani randagi, dislocate soprattutto nella fascia pedemontana e lungo la linea di costa che si estende dalla Località Pradello alla Località Rivabella – si legge nell'ordinanza -. L’alimentazione incontrollata degli animali selvatici aumenta e richiama un gran numero di roditori ed altri animali infestanti anche da zone limitrofe. La forte concentrazione di animali in determinate zone comporta una evidente compromissione del decoro urbano e delle condizioni igienico-sanitarie con conseguenti rischi per la salute pubblica”. Da qui il divieto a dare da mangiare agli animali. Chi sgarra deve pagare una multa da 25 a 500 euro.