Dervio, la furia del Varrone: serve un’altra diga

Il progetto per scongiurare il rischio di un’esondazione a Dervio "Quella di Pagnona non svolge più la sua funzione, è piena di detriti"

Esondazione del Varrone

Esondazione del Varrone

Dervio (Lecco) - Una seconda diga per bloccare inondazioni che travolgerebbero il paese. Vogliono realizzarla i geologi di Regione Lombardia per scongiurare il rischio di piene del torrente Varrone che altrimenti sommergerebbero Dervio, come accaduto all’alba del 12 giugno 2019, quando un muro d’acqua ha costretto il sindaco appena eletto Stefano Cassinelli ad evacuare e sfollare d’urgenza metà centro abitato.

Si tratta di una sorta di laminatoio, da costruire tre chilometri sopra il paese, lungo il corso del torrente. La vasca, in grado di trattenere eventuali ondate di piena per impedire che si trasformino in tsunami fuori controllo, sarà costituita da un bacino e da uno sbarramento artificiale. Il laminatoio permetterebbe di lasciar passare non più di 165 metri cubi d’acqua al secondo, trattenendo il resto e impedendo un nuovo Vajont.

"Svolgerebbe la funzione che dovrebbe svolgere la diga di Pagnona più in alto, ma che la diga di Pagnona non può svolgere perché non è più una diga", spiega il sindaco Stefano Cassinelli. L’invaso che dovrebbe essere pieno d’acqua infatti non esiste più: non contiene più acqua, perché è pieno di terra, fango e detriti. I gestori dell’impianto idroelettrico dovrebbero svuotare e ripristinare il bacino entro il 2029, quando scadrà la concessione, in modo da ripristinare la totale funzionalità.

"Nel frattempo tuttavia non possiamo restare con la spada di Damocle di possibili inondazioni che incombono sulla nostra testa – prosegue il primo cittadino -. Il laminatoio sarebbe sufficiente a bloccare eventuali piene giusto per il tempo necessario per consentire alle piene di scemare senza causare inondazioni". L’unico ostacolo al momento sono i soldi che mancano: ci vorrebbero 3 milioni di euro. In attesa delle risorse necessarie e dell’opera, proseguono i lavori per rimuovere i detriti dall’alveo del Varrone e per installare reti fluttuanti in grado di intercettare e fermare tronchi d’albero e rami che altrimenti si incastrerebbero sotto i ponti o nei punti più stretti del torrente, stoppando il defluire dell’acqua verso il lago e provocando l’innalzamento del livello del Varrone. L’intervento dovrebbe bastare a disinnescare la maggior parte delle possibili inondazioni.