
Paderno d’Adda, il sacrificio di Guido Panzeri, Giuseppe Villa e Pasquale Brivio
"Una persona è dimenticata solo quando viene dimenticato il suo nome", recita un versetto del Talmud. Ma i nomi di Guido Panzeri, Giuseppe Villa e Pasquale Brivio, vicini di casa e compagni di scelta, morti nel 1945 nei campi di concentramento all’età di 23 anni, non verranno mai dimenticati, perché sono scolpiti nella pietra e incisi nell’ottone che la rivestono. Le pietre rivestite d’ottone con i loro nomi sono state posate all’ingresso della Corte Granda di Paderno d’Adda, che era la loro casa, dove sono stati prelevati a forza per essersi opposti ai nazifascisti, senza più tornare indietro, nemmeno da morti. L’altro giorno a Paderno d’Adda sono state posate tre pietre d’inciampo dedicate ai tre giovani soldati che si sono rifiutati di arruolarsi tra i repubblichini di Salò.
"Dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana nel 1943, i giovani nati tra il 1922 e il 1926 furono obbligati ad arruolarsi – spiega il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio –. Chi non obbediva veniva considerato disertore. A Paderno d’Adda nessuno dei giovani convocati con il primo bando di leva si presentò. Tra chi si arruolò nei successivi bandi, molti disertarono. Tra questi anche loro tre, poi catturati il 9 maggio 1944 dalle camice nere della Guardia nazionale repubblicana dopo intimidazioni e minacce ai loro familiari. Deportati in Germania, subirono la tragica sorte comune a migliaia di altri giovani italiani: il lavoro forzato, la fame, la malattia e infine la morte. Con le loro pietre d’inciampo commemoriamo tre nostri eroi padernesi e rinnoviamo il nostro impegno collettivo contro ogni forma di totalitarismo e indifferenza". D.D.S.