Dal gioco erotico al revenge porn. Oculista presa di mira perse il lavoro. Tre condanne, assolto l’ex amante

La pena più alta a un ex giocatore del Brescia Calcio. L’avvocato della vittima: primi mattoncini della giurisprudenza .

Dal gioco erotico al revenge porn. Oculista presa di mira perse il lavoro. Tre condanne, assolto l’ex amante

Dal gioco erotico al revenge porn. Oculista presa di mira perse il lavoro. Tre condanne, assolto l’ex amante

Tre condanne e due assoluzioni. È finito così il processo per il presunto revenge porn ai danni di una quarantenne bresciana, un medico oculista, che per un gioco erotico con l’ex amante si ritrovò sui display dei cellulari di mezzo mondo (e perse pure il lavoro). Il giudice, Lorenza De Nisi, ha inflitto un anno e mezzo (e 6mila euro di multa) a un ex giocatore del Brescia Calcio, un anno e 3 mesi (e 6mila euro di multa) a un secondo imputato, infine un anno e 15 giorni (e 5 mila euro di multa) a una donna (pena sospesa per tutti). Ha invece assolto l’ex amante della professionista - colui dal quale secondo l’accusa sarebbe partita la diffusione di video – e per un secondo imputato, un giovane tifoso del Bologna per cui era stata chiesta assoluzione anche dal procuratore aggiunto Nicola Serianni (nella foto). Il medico, che ha avviato un procedimento civile parallelo (e aveva ritirato la costituzione di parte civile), in passato aveva girato alcuni video osè per l’uomo che frequentava all’epoca. Ma quei filmini tra il gennaio e il febbraio 2020 rimbalzarono via Whatsapp ovunque, anche oltreoceano, coinvolgendo tra gli altri pure un agente della Locale di Torino, la figlia di un noto allenatore di serie A e appunto un ex giocatore del Brescia.

Inizialmente gli imputati erano dieci, ma molti sono usciti di scena: due hanno chiesto scusa e risarcito la vittima (la quale aveva poi ritirato la querela). Stessa cosa aveva fatto la figlia dell’allenatore, prosciolta in abbreviato, al termine del quale era stato assolto anche il vigile. Una perizia sul cellulare dell’ex amante avrebbe evidenziato sul suo telefono una trentina di video hard, video che tuttavia non risulterebbero da lui diffusi (eccetto 5 foto di una donna senza volto). Per questo l’avvocato Ennio Buffoli aveva chiesto l’assoluzione, mentre la procura due anni, quando per gli altri imputati le richieste si erano fermate a otto mesi, un anno e un anno e due mesi. "Ci riteniamo abbastanza soddisfatti, il processo si è comunque concluso con tre condanne – ha dichiarato l’avvocato Barbara Del Bono, legale del medico –.Queste sentenze sono i primi mattoncini della giurisprudenza su casi di revenge porn, in Italia ancora carente". Motivazioni tra 90 giorni.

Beatrice Raspa