
La protesta dei correntisti di Banca Etruria
Lecco, 2 febbraio 2019 - C'è il nome di un noto avvocato lecchese nel processo che si aprirà per il crac di Banca Etruria: è Alberto Bonaiti - accusato di bancarotta semplice - è stato rinviato a giudizio e il dibattimento che vede coinvolti altri 23 imputati si aprirà il prossimo 2 aprile. Alberto Bonaiti, già presidente di Banca Lecchese e fino al 2013 nel consiglio d’amministrazione di Banca Etruria, è accusato di tre pratiche di finanziamento tra il 2008 e il 2011.
Nell'udienza davanti al Gup del tribunale di Arezzo Giampiero Borraccia, i Pm Julia Maggiore, Angela Masiello e Andrea Claudiani, hanno ricostruito l’intera vicenda. Le prove prodotte dall’avvocato Stefano Pelizzari, che assiste Bonaiti, hanno portato il giudice ad archiviare un episodio contestato dall’accusa e il reato è stato derubricato a bancarotta semplice. Il noto professionista lecchese ha precisato che il suo coinvolgimento nella vicenda è legato all’approvazione collegiale di alcune delibere risalenti al periodo 2008-2011, poi finite nel mirino della Guardia di Finanza. Alberto Bonaiti, nella sua qualità di ex amministratore era però privo di delega, dunque non faceva parte di quel ristretto numero di persone che - a detta degli inquirenti- avrebbe preso le decisioni poi portate al Consiglio di amministrazione della banca. Secondo il suo difensore, l’avvocato Pelizzari, era impensabile un non luogo a procedere, però «siamo certi di avere tutte le prove per documentare la completa estraneità di Bonaiti ai fatti».