Emergenza Coronavirus, l’economia si divide tra sicurezza e paure

Riva, Confindustria Lecco–Sondrio: "Preserviamo le filiere nel rispetto della salute". Ma mercoledì metalmeccanici e chimici scioperano

Azienda metalmeccanica lecchese

Azienda metalmeccanica lecchese

Lecco, 24 marzo 2020 - Un virus che spaventa, un governo che decide ma non convince, un decreto che crea caos. Altro che compattezza e unione. Nonostante gli inviti all’unità, l’ultimo Dpcm del premier Antonio Conte ha spaccato anche l’economia lecchese che come tutto il Paese, al contrario, avrebbe bisogno di decisioni rapide e regole chiare. «Annunciare un decreto il sabato sera ma dover attendere sino a domenica in fine giornata per indicazioni puntuali ed ufficiali rispetto ai contenuti del documento - spiega Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco-Sondrio - ha creato non pochi problemi organizzativi alle imprese". Chiede più certezze anche Confartigianato Imprese Lecco.

"Stiamo assistendo rimpallo di responsabilità tra Regione e Governo e quel che ne deriva è la totale confusione per chi da ieri sera si chiede cosa fare per rispettare la legge - scrive il presidente Daniele Riva –. Che la burocrazia per una volta si metta da parte e non affossi definitivamente il nostro sistema economico fatto, lo ricordo, per il 90% da micro, piccole e medie imprese, poco o per nulla strutturate per far fronte a tutto questo". Tant’è che il collega presidente degli industriali ha dovuto passare ieri una giornata al telefono con i due prefetti a cui il governo ha dato il compito di calibrare il decreto sui si territori. "La divisione in settori di primaria importanza non è sempre univoca come nel caso della Carcano di Delebio, che operando nel settore dell’alluminio non risultava strategica, eppure una sua divisione produce il “film“ di alcuni farmaci e pertanto ha ottenuto una deroga speciale". Sino a venerdì scorso sulle 670 aziende associate il 50% aveva continuato la produzione. 

«Nella scelta di non interrompere l’attività di alcune aziende, vi è il senso di responsabilità in un momento difficilissimo per il Paese; gli obiettivi da raggiungere subito sono quelli di non interrompere la filiera essenziale dei beni strategici. Ovvio nel pieno rispetto della sicurezza e della salute". Quello che contestano i sindacati che nella giornata di domani hanno indetto uno sciopero nel settore metalmeccanico e chimico.