Consonno, l'ex paese dei balocchi della Brianza: nessuno vuole più la città fantasma

Nel 2014 il borgo era stato messo in vendita per 12 milioni. Da allora mancano proposte e investimenti per strapparlo all’abbandono

Olginate, 19 ottobre 2022 - Una bella addormentata nel bosco. Così qualcuno definisce Consonno, l’ex paese dei balocchi della Brianza trasformato in borgo fantasma, adagiato in una conca sopra Olginate a 600 metri di altezza tra i castagni, sulle pendici del Monte Regina. Non c’è però alcun principe azzurro né cavaliere bianco che sia pronto a risvegliare con un bacio la bella addormentata nel bosco di Consonno, una dama sedotta dal conte Mario Bagno, che negli anni Sessanta l’ha prima spogliata delle sue tradizioni antiche e contadine per rivestirla di luci e sfarzi da night club e poi malamente abbandonata un decennio più tardi alla comparsa delle prime rughe di decadenza.

La vendita da 12 milioni

Quando nel 2014 tutta Consonno con i suoi 170 ettari è stata messa in vendita in blocco a 12 milioni, sembrava ci fossero decine di pretendenti pronti a risollevarla dal torpore per farne un quartiere di lusso che si affaccia come un balcone sulla splendida sottostante Valle dell’Adda, oppure la patria degli artisti piuttosto che un villaggio di giovani o una sorta di Cinecittà. In un lustro e mezzo invece nessuno si è realmente palesato per reclamarla.

"Nessuna prospettiva"

"È così – ammette e sospira il sindaco Marco Passoni – Non si sono fatti avanti investitori e negli ultimi due anni è calato completamente il silenzio su Consonno. Al momento non ci sono prospettive concrete di recupero né riqualificazione. Abbiamo almeno risolto la questione del pagamento delle tasse arretrate, le cui rate vengono saldate regolarmente". E nell’attesa di un principe azzurro, più probabilmente di un magnate dell’Est o di un emiro dal Medio Oriente, la natura e il tempo, lentamente ma inesorabilmente, stanno avvolgendo Consonno come una coltre: gli edifici dismessi si stanno sgretolando, la vegetazione avanza, le improbabili costruzioni stanno scomparendo.

La città fantasma

Solo il "minareto" – l’edificio più imponente di tutta la Città dei balocchi, con la sua torre somigliante a quelle presenti nelle moschee, da dove il muezzin chiama i fedeli alla preghiera – sembra resistere con arroganza e non volersi piegare al campanile dell’antica chiesa del Tredicesimo secolo di San Maurizio, unica vestigia dell’antico borgo rurale che non c’è più. Ma forse il futuro e il lieto fine della favola di Consonno stanno proprio nel fascino misterioso da ghost town, nei ruderi che si prestano a fotografie e riprese e insieme all’annuale campionato di nascondino o alle esercitazioni con i cani molecolari, nelle strade su cui si inerpicano in salita i ciclisti o dove si lanciano in discesa sulle loro tavole gli appassionati di downhill, nei castagni carichi di ricci e nel sottobosco ricco di funghi. Perché Consonno è già stata violentata, sedotta e abbandonata una volta e ora merita di continuare a riposare.