"Consiglio diviso sulla mafia La piovra non può che godere"

Monica Forte: "Ho ascoltato dichiarazioni sconcertanti". Dai banchi critiche all’ex prefetto

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di Daniele De Salvo

"Dichiarazione sconcertanti. La collaborazione e il rispetto tra esponenti istituzionali è un messaggio importante. La contrapposizione emersa è pericolosa, i mafiosi sul territorio ne avranno certamente goduto". È lapidario, senza giri di parole, il giudizio della presidente della Commissione Antimafia regionale, Monica Forte, sulle esternazioni di alcuni consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione di Lecco che l’altra sera, nell’aula di Palazzo Bovara, hanno pubblicamente e pesantemente criticato l’ex prefetto di Lecco, Castrese De Rosa - e quindi chi con lui ha lavorato per emettere quindici interdittive antimafia nel giro di pochi mesi nei confronti dei titolari di altrettante società perché a rischio di infiltrazioni –, secondo cui a Lecco e provincia si è sviluppata "una tacita e remissiva acquiescenza al fenomeno criminale e ai suoi referenti", come tra l’altro certificato da arresti eccellenti, inchieste, processi, sentenze e condanne.

Secondo il presidente lombardo, Monica Forte, nessuno ha mai inteso generalizzare né sostenere che i lecchesi siano tutti mafiosi. Tuttavia negare che a Lecco e hinterland come altrove boss e picciotti abbiano trovato per per altri interessi un contesto favorevole è contro l’evidenza.

Lo rivelano le inchieste e le cronache: già il capo dei capi Franco Coco Trovato era stato premiato dai commercianti, a Calolziocorte c’è una delle locali della ‘ndrangheta più antica, nel 2014 è stato arrestato un consigliere comunale del capoluogo lariano, a Castello Brianza è stata filmata per la prima volta in Italia la cerimonia di affiliazione alla Santa, il boss compare Cosimo Vallelonga arrestato di nuovo a febbraio 2021 alla Valletta utilizzava il rinomato mobilificio di famiglia per gestire un traffico di rifiuti tossici, usura ed estorsioni, le recenti rivelazioni che tra le fila della municipalizzata provinciale dei rifiuti c’era un dipendente poi licenziato ritenuto vicino agli ambiente della mala organizzata...

"Dove i mafiosi controllano il territorio vogliono apparire "normali", anzi dei benefattori – spiega la presidente della Commissione Antimafia regionale -. Hanno cambiato pelle ed è proprio in simili casi che ci dobbiamo preoccupare di più. Fingere di nulla e compiere un balzo indietro a quando si negava la mafia al nord".

L’importante però adesso è che pure nella città lariana adesso ci sia una Commissione Antimafia: "Sono contenta, Lecco era uno dei capoluoghi lombardi sprovvisti di un organismo simile nonostante la forte presenza storica sul territorio di esponenti della criminalità organizzata - la benedice la consigliere regionale e presidente della Commissione Antimafia lombarda, che per prima ne aveva sollecitato l’istituzione -. La Commissione Antimafia non è un punto di arrivo, ma di partenza, per acquisire sempre più consapevolezza del fenomeno. Rappresenta una presa di coscienza della situazione e insieme si ribadisce con forza da che parte si sta, cioè contro la mafia".

"Da parte mia – aggiunge il presidente della Commissione regionale lombarda, Monica Forte, guardando agli anni a venire - personalmente sono a disposizione per qualsiasi informazione e chiarimento per i lavori della neonata Commissione Antimafia di Lecco e per fornire eventuali suggerimenti e contatti".