DANIELE DE SALVO
Cronaca

Colico, scoppia la battaglia delle campane

I residenti del Laghetto stanchi dei rintocchi minacciano di far causa al parroco che li ha rimproverati dal pulpito

La chiesa di San Fedele della frazione Laghetto

Colico, 13 settembre 2018 - Colico come Brescello, dove il parroco don Camillo, monsignore ma non troppo, e il sindaco Peppone se le suonavano anche a colpi di campane. Colico non si affaccia sul Po come Brescello ma sul lago e il curato non è don Camillo ma don Lucio Fasoli, il quale se la deve vedere non con il primo cittadino ma con alcuni cittadini che abitano vicino alla chiesa di San Fedele della frazione Laghetto. I residenti, guidati da Egidio Parolo, non sopportano più il frastuono provocato dalle campane a distesa e gli hanno domandato di abbassare il volume dei fastidiosi e ripetuti rintocchi. Avrebbero voluto che la diatriba venisse affrontata con discrezione, per non passare per quelli che sono contro le tradizioni cristiane o per gli anticlericali di turno, poiché molti di loro sono fedeli praticanti e lo stesso Parolo a volte suona pure l’organo in chiesa.

Domenica però il reverendo li ha rimproverati pubblicamente dal pulpito. «Noi non vogliamo che le campane non suonino più, domandiamo solo che magari si cambi il battacchio per ridurne il volume – spiega il primo firmatario della petizione, lo stesso Egidio Parolo -. Quelle campane sono tra le più grandi di tutti i paesi della zona del lago di Como». Il problema è noto da parecchio, per questo già nel 2016 era stato introdotto il coprifuoco tra le 22 di sera e le 7 di mattina, un accorgimento che tuttavia pare non basti per salvare i timpani di chi lì vicino vive. Che le campane del Laghetto di Colico, installate nel 1964 in sostituzione di quelle originarie del 1857, siano troppo potenti lo sanno e lo ammettono pure dalla Curia di Como, dove nei giorni scorsi Parolo&Co. hanno incontrato un avvocato della diocesi insieme al loro legale Michele Cervati, un principe del foro che ad esempio ha rappresentato in aula i familiari di suor Maria Laura Mainetti, la religiosa barbaramente uccisa a Chiavenna nel 2000 da tre giovani sataniste. «Noi confidiamo che la questione si risolva in altri modi – prosegue e avverte Parolo -. Se così non dovesse essere, come pare purtroppo probabile, non potremo però che procedere per le vie giudiziarie». Dal canto suo il reverendo preferisce non aggiungere nulla rispetto a quanto dichiarato durante la predica domenicale.