
Davide Castagna
Civate (Lecco), 10 maggio 2020 - Irruento sul campo da calcio così come su Facebook. Ma questa volta ci è andato troppo pesante, oltrepassando il limite della critica, finendo invece nell’insulto che gli è costata la sospensione dal proprio club. Il protagonista della vicenda è Davide Castagna, calciatore di 29 anni soprannominato 'Toro di Civate', bandiera della storia recente del Lecco, ora in forza al NibionnOggiono (Serie D), finito in fuorigioco per colpa di un commento offensivo sul proprio profilo social.
Un vero e proprio insulto sessista nei confronti di Teresa Bellanova, ministra alle Politiche agricole alimentari, in questi giorni alla ribalta delle cronache per aver chiesto la regolarizzazione dei braccianti extracomunitari. Nella giornata di venerdì il giocatore ha quindi pubblicato poche righe contro di lei: non un’analisi politica, ma solamente una frase contenente un insulto, da cui sono seguiti altri commenti con contenuti che potrebbero essere giudicati altamente diffamatori nei confronti dell’esponente di Italia Viva. Interventi che sarebbero potuti passare inosservati (tranne a qualche decina di persone) se un’altra pagina Facebook non lo avesse scoperto.
«Abolizione del suffragio universale», realtà che conta oltre 450mila seguaci sul social network, ha infatti deciso di ripubblicare ieri l’intervento di Castagna, senza oscurare nome e cognome, rendendolo noto a migliaia di persone e anche alla sua attuale società che ha immediatamente preso le distanze dal proprio tesserato con un comunicato. «Nell’esprimere sincera vicinanza al ministro, la Asd NibionnOggiono, ribadendo la propria totale estraneità, precisa che le affermazioni sono state espresse dal tesserato esclusivamente a titolo personale e che la stessa società si ritiene parte offesa riservandosi, quindi, di agire con l’ausilio del proprio legale nei confronti dello stesso per il danno d’immagine subito». Il club ha usato il pugno duro nei confronti di Castagna. «Il tesserato – si legge nella nota – è stato immediatamente sospeso dall’attività agonistica della prima squadra in quanto il comportamento tenuto dallo stesso è ben lontano dalla sana e morigerata etica sportiva a cui la società si è sempre ispirata e che si riserva di adottare le successive opportune e necessarie determinazioni, tra cui l’ipotesi di risoluzione contrattuale». Da parte sua il giocatore per ora preferisce non rilasciare dichiarazioni.