
La grande porzione di affresco
Civate (Lecco), 31 dicembre 2019 - Come sia finito lì, nel locali della Scuola del Beato Angelico di Milano, quando, perché e chi lo abbia strappato da una parete dell’antico e misterioso complesso della Casa del pellegrino di Civate al momento non si sa. Il ritrovamento di grande porzione d’affresco che risale verosimilmente alla metà del ‘400 in un deposito della sede della Fondazioni di culto dei religiosi e dei laici della Famiglia del Beato Angelico votati all’arte sacra ha infatti ancora dell’incredibile.
La Casa del pellegrino, insieme alla basilica di San Pietro al Monte e al monastero di San Calocero, è un gioiello del medioevo: originariamente era un luogo di accoglienza di viandanti, per poi diventare dal quindicesimo secolo l’abitazione di nobili che hanno arricchito l’edificio con numerose decorazioni pittoriche, tra cui ciclo di storie di caccia e di amor cortese che celebrano e ritraggono la vita e le passioni dei blasonati nell’epoca dei Visconti e degli Sforza, fra dame, cavalieri, cinghiali, falconi e ghepardi, perfino alcuni frutti e animali che sembrano tipici delle Americhe prima che tuttavia venissero scoperte, che si stagliano su un fondo di un rosso intenso e simboli e rituali di un’epoca in un cui il Ducato di Milano stava per raggiungere il massimo splendore. Il ciclo si sviluppa in due camere completamente decorate, chiamate le camerae pictae, aperte ai visitatori al dal 2012. C’è però traccia anche dell’ingresso di una terza camera picta, demolita in un periodo remoto, le cui pitture erano ritenute perdute per sempre, almeno fino a qualche settimana fa.
«Nel corso del 2019 è avvenuta infatti una incredibile scoperta – racconta Carlo Cantoni, presidente dell’associazione di romozione sociale Luce Nascosta di Civate, di cui fanno parte soprattutto giovani che dedicano tempo, energie e passione alla promozione dei beni culturali del territorio -. A Milano, nei locali della scuola d’arte del Beato Angelico, dimenticato e mai più ricollegato a Civate, giaceva infatti un grande strappo d’affresco, corrispondente ad una intera parete della terza camera picta. Le vicissitudini che hanno portato l’affresco lontano dalla sua sede originaria e dalla memoria sono ancora da ricostruire».
Intanto però l’affresco è tornato a casa, alla Casa del pellegrino. In esso sono rappresentati, oltre a scene di caccia coerenti con quelle presenti nelle altre camere, numerosi elementi sacri molto peculiari, fra cui una rara raffigurazione della trinità eucaristica, che stupisce in un contesto tipicamente profano come quello dei cicli di caccia e d’amor cortese.
Per questo sarà al centro di studi che possano chiarire origine e interpretazione del ciclo di affreschi finalmente ricomposto con la terza camera picta. A breve inoltre avrà inizio il restauro dell’affresco, finanziato dal fondo comunitario civatese, un intervento necessario per riportarlo all’antico splendore e accrescerne la leggibilità al pari degli altri. Si tratterà di un restauro «aperto», poiché i visitatori potranno osservare le varie fasi delle operazioni, un’occasione preziosa, quasi unica per studenti e appassionati e insieme per i curiosi.