Daniele De salvo
Cronaca

Casatenovo, quanti sprechi alle mense scolastiche

Il record in località Crotta dove il 64% del cibo serviti ai bimbi finisce in spazzatura

Una bimba pranza alla mensa scolastica

Casatenovo, 24 giugno 2015 - Il 45% del cibo servito nelle scuole di Casatenovo viene buttato. Mediamente nei refettori dei plessi didattici del paese sono stati gettati nell’anno appena concluso 70 chilogrammi al giorno che, moltiplicati per i nove mesi di lezioni, diventano 14 tonnellate complessive di alimentati scartati, senza contare il pane e la frutta e gli sprechi. Si tratta infatti solo degli scarti, cioè degli avanzi che gli alunni hanno lasciato nel piatto, non delle pietanze preparate in più e nemmeno servite in tavola. A tirare le somme sono stati i componenti della Commissione mensa, cioè i genitori incaricati di vigilare sul menù proposti ai bambini di elementari e medie.

I più spreconi si sono rivelati gli scolari del capoluogo e della primaria di Cascina Crotta, rispettivamente con il 64 e il 63% di primi, secondi e contorni finiti direttamente in spazzatura. I più parsimoniosi sono stati invece gli utenti delle elementari di Cascina Grassi e Cascina Bracchi con «appena» il 24 e il 33% di scarti. A non essere stati toccati sono state soprattutto le portate di contorno che nel 62% dei casi sono rimaste in tavola. I primi parrebbero più apprezzati, con il 39% degli avanzi, mentre per quanto riguarda i secondi piatti vengono avanzati nel 44% dei casi.

Il risultato è stato che la maggior parte di riso, pastasciutta, pasta e fagioli, frittate, mozzarelle, crescenza, e ancora maccheroni, spinaci, fagiolini, carne di vitello, patate sono stati buttati nell’umido. I dati, depositati anche in municipio, sono sconvolgenti, specie nell’anno di Expo, dedicato all’alimentazione e alle risorse alimentari. Ora si cerca di correre ai ripari perché a settembre, al suono della prima campanella di ripresa della scuola, non venga tirato un altro schiaffo alla miseria e alla fame. Gli esperti hanno già pronte le contromisure. «Innanzitutto si potrebbe valutare la possibilità di ridurre la quantità di alimenti – spiegano le mamme e i papà -. Forse si dovrebbe rivedere anche il menù, perché è evidente che alcune proposte non piacciono».

Si sta valutando anche la possibilità di bandire la classica merendina portata in cartella da casa e di sostituire gli snack con la frutta avanzata il giorno precedente o portata in giornata. In ogni caso bisognerà prima superare lo scoglio degli esperti dell’Asl provinciale, dato che i piatti sono calibrati alla caloria e al grammo. E poi si potrebbe pensare di utilizzare gli avanzi per chi ne ha bisogno, oppure di consegnarli agli alunni perché se li portino a casa, una sorta di «doggy bag» tanto in voga nei ristoranti.