
Stefano Cuoghi, Sandro Meregalli e Claudio Corengia
Lecco, 18 novembre 2016 - O morte lenta o fallimento immediato. Gli scenari futuri alla Calcio Lecco li racconta Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo. «Se il tribunale valuterà che la società ha i soldi per poter terminare il campionato, allora nominerà un curatore fallimentare che la gestirà come fosse il presidente e ne riconoscerà l’esercizio provvisorio. In questo caso il club continuerebbe a militare nel campionato di serie D fino al termine della stagione, entro giugno venderà tutto il patrimonio e, in ultimo, si metterebbe all’asta il titolo sportivo guadagnato per la stagione 2016-17». Quindi potrebbe nascere una nuova società.
Più drammatico il secondo caso. «Il giudice potrebbe invece far chiudere per mancanza di risorse a finire il campionato. In quel caso il club cesserebbe immediatamente la propria attività e i giocatori sarebbero liberi di accasarsi in altre squadre». E quindi il Lecco sparirebbe dal girone B di serie D. «In ogni caso potrebbe comunque accadere di tutto», conclude Grassani. Una situazione tragica, innanzitutto per i creditori che vedrebbero i propri soldi volatilizzarsi ma anche per i tifosi che seguono la squadra in un momento così delicato. Anche se nella mattinata di ieri, sarà perché il morale dei supporter è sempre più basso o anche perché si trattava di un giorno lavorativo, nessuno si è presentato in corso Promessi Sposi a cercare notizie sulla propria squadra del cuore. Solo l’allenatore Stefano Cuoghi si è presentato, per incontrare l’amministratore unico Sandro Meregalli. «Da quando sono tornato dopo l’esonero durato dieci giorni, non ho ancora visto la dirigenza – racconta il tecnico –. Voglio parlare anche per rassicurare i giocatori». Residente in Versilia, Cuoghi ha una stanza in un albergo della zona e se lo paga di tasca sua. «I calciatori hanno ricevuto il compenso di un mese, io ancora nulla».