
Lo stadio Rigamonti-Ceppi
Lecco, 9 aprile 2016 - Meglio ripartire e ricominciare da capo. Questo è il pensiero di alcune vecchie glorie della Calcio Lecco che in questi giorni stanno assistendo a ciò che accade in via don Pozzi: dall’arresto del patron Daniele Bizzozero alle perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici. «Sono molto drastico in questo: chi gestisce una squadra di calcio dovrebbe farlo onestamente, ma sarebbe meglio fosse qualcuno del territorio». È il pensiero di Lorenzo Marconi, giocatore che vanta più presenze, ben 498, con la maglia bluceleste. «Se le accuse fossero confermate, meglio ripartire da capo, scendendo di qualche categoria, ma con più dignità. Giocando con calciatori del territorio, così possono sentire il peso, ma anche la responsabilità della maglia».
«Ci sono pochi soldi? Fa nulla, lo si dice ai tifosi, si porta avanti una gestione parsimoniosa ma onesta e i tifosi capiranno». Marconi racconta ciò che ha vissuto sulla sua pelle vestendo la casacca della sua città. Non sono stato un grande giocatore, ma a Lecco mi sentivo calciatore vero nel bene o nel male, anche se giocavamo nell’Interregionale: ripartiamo dal basso e ci divertiremo di più e potrà tornare l’atmosfera che c’era anni fa». E proprio l’allenatore che lo guidò nel 1989-90, in un’annata straordinaria culminata con la promozione per ripescaggio, ha ancora l’aquila nel cuore. «È per me un grande dispiacere leggere cosa sta accadendo al Lecco, visto che ho giocato nel club dai 17 ai 27 anni», racconta Osvaldo Jaconi, tecnico recordman di promozioni in Italia, ben nove, nativo di Mandello del Lario.
«Sono cresciuto in quella squadra, sia come calciatore sia come uomo. Mi sono stati insegnati valori importanti allora, come onestà, rispetto e umiltà. Ma oggi il mondo del calcio è molto cambiato, l’ho notato sulla mia pelle con la Civitanovese. In queste categoria ci sono molte difficoltà e poche regole e molti agiscono secondo il proprio interesse». Ai tempi di Jaconi giocatore non c’era questo problema all’ombra del Resegone. «Il presidentissimo Ceppi teneva il Lecco come una grande famiglia e avrebbe onorato sempre la sua squadra». Secondo l’allenatore sarebbe meglio ripartire da zero quando gli scandali travolgono i club. «Ho visto società fallite dove i tifosi hanno preteso che a guidare il club ci fosseropersone sane e oneste – racconta –. Altre volte sono tornati personaggi discutibili e si è giunti ad altri fallimenti, come accaduto a Civitanova, dove abito. Per questo, forse, ricominciare da capo sarà meglio per tutti, anche perché ciò che sta accadendo non è una pubblicità positiva per il club». L’allenatore mandellese è reduce da un’esperienza alla Fermana, ma il bluceleste l’ha ancora nel cuore e si fa scappare una battuta: «Tornare al Lecco? Magari sì, ma ormai ho i capelli bianchi, sto solo con persone serie».