Bonus bebè di 500 euro a chi fa un figlio: a Casargo riprendono le nascite

Lecco, nel piccolo Comune della Valsassina 10 bimbi in due anni. Crisi profonda per i centri meno popolati della Lombardia

Neonato (foto repertorio)

Neonato (foto repertorio)

Casargo (Lecco) -  Il paese è piccolo, le opportunità non sono poi molte, alcuni servizi mancano e la città è lontana, ma Casargo, ottocento abitanti nel Lecchese, resiste contro il calo demografico e lo spopolamento. Merito anche del bonus bebè comunale: 500 euro per le mamme e i papà che vivono in pianta stabile in paese che decidono di mettere al mondo un figlio. I soldi sono da spendere rigorosamente nei negozi e nelle attività della zona, in modo da aiutare i commercianti a tenere aperta bottega e scongiurare che chiudano e che con essi abbassi la saracinesca pure il borgo della Valsassina. Per i neogenitori è inoltre in regalo l’abbonamento annuale ai mezzi del servizio di trasporto pubblico locale e ai parcheggi dell’Alpe Paglio all’Alpe Giumello, le mete turistiche più gettonate dello stretto circondario.

Il "pacchetto" di provvedimenti è stato varato l’anno scorso per il 2020 ed è stato riconfermato anche in questo per il 2021. Il sindaco Antonio Pasquini lo ha annunciato proprio in occasione della festa della mamma. Il risultato è che i residenti sono stabili a quota 841, tra l’altro in crescita di 20 unità rispetto al 2018, e che in due anni sono nati 10 bambini, 5 per annata tra fiocchi rosa e fiocchi azzurri, tanti quanti nel 2019 e uno in più del 2018. È un caso più unico che raro in un’Italia in decrescita demografica e soprattutto in una provincia che in 24 mesi ha perso oltre 2.500 abitanti su nemmeno 334mila, perché i nati sono sempre meno e i morti sempre di più.

"La crisi demografica in Italia ha raggiunto ormai dimensioni allarmanti ed è ormai conclamato l’inverno demografico del Bel Paese che colpisce indistintamente tanto le grandi città quanti i piccoli centri da nord a sud – spiega il primo cittadino –. Per questo come amministrazione comunale abbiamo deciso di agire a livello locale con un bonus bebè a sostegno della genitorialità con un contributo di 500 in buoni spesa". "Il nostro bonus non ha certo la pretesa di essere risolutivo ma è importante attivare ogni risorsa", aggiunge la vicesindaco Wilma Berera.

Quello di Casargo è forse un modello, in una regione dove la crisi demografica si accentua, specie in due province - Cremona e Pavia - che hanno un saldo negativo tra tassi di nascite e mortalità a due cifre (11,17% e 10,93%). A raccontarlo, non più di due mesi fa, una ricerca della fondazione dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. "Le due province – spiegava Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia e statistica sociale nella facoltà di economia dell’Università Cattolica di Milano – hanno anche l’indice di vecchiaia più alto".

Il rapporto tra la popolazione con almeno 65 anni e quella di età compresa tra 0-14 anni, per 100, fotografato dall’Anci è di 194,8 a Cremona e 203,9 a Pavia, più alto della media lombarda (172,3). Bergamo, Brescia, Lodi, Monza e Milano sono quelle con i valori più bassi. A soffrire, secondo il report di Anci, sono soprattutto i Comuni sotto i mille abitanti: il tasso di natalità più basso (5,89) e quello di mortalità più alto (17,70), con un incremento naturale di -11,81. Più del doppio del tasso registrato nei Comuni tra 20 e 50mila abitanti (-5,93).