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Lecco, una grande città unica con Ballabio e Morterone: ''Sarebbe la più verde d'Italia''

La proposta di Corrado Valsecchi per unire il capoluogo ai due paesi, ma il sindaco dimissionario di Ballabio dice no

La città di Lecco

Lecco, 3 luglio 2022 – Una grande unica città di Lecco, insieme a Ballabio e a Morterone, il paese più piccolo d'Italia, dalle sponde del lago di Como e dell'Adda fino alle porte della Valsassina, al Resegone e al confine con la provincia di Bergamo. Avrebbe più di 50mila abitanti e si estenderebbe per oltre 70 chilometri quadrati. A proporre la grande Lecco è Corrado Valsecchi, consigliere del gruppo di opposizione di “Appello per Lecco” a Palazzo Bovara, ed assessore ai Lavori pubblici durante la precedente legislatura. Suggerisce di approfittare dell'imminente commissariamento di Ballabio, in seguito la mancata approvazione del bilancio comunale e la crisi di governo tra le fila della maggioranza del sindaco Giovanni Bruno Bussola.

“Inizieremo a cercare all'interno delle comunità di Ballabio e Morterone le persone che condividono un percorso diverso da quello che tradizionalmente propongono i partiti politici – spiega Corrado Valsecchi -. Chiederemo ai cittadini delle due comunità di esaminare una proposta che da sempre stiamo cercando di portare avanti: allargare i confini del capoluogo per consentire alle comunità di essere più competitive e avere maggiori servizi. In caso di fusione con Ballabio e di incorporazione di Morterone con Lecco dal Governo sarebbero messi a disposizioni ben 20 milioni a fondo perduto distribuiti in 10 anni, risorse ingenti che potrebbero cambiare le prospettive dei cittadini e rilanciare Ballabio e Morterone”. Ma non è solo questione di soldi: “Lecco, Ballabio e Morterone assieme diventerebbero la città capoluogo più verde d'Italia e scalerebbero tutte le classifiche legate all'ambiente e al green avendo così il privilegio di intercettare tutti i più cospicui finanziamenti statali, regionali e europei sui percorsi agro-silvo-pastorali, sulla manutenzione dei nostri boschi e torrenti, sulla cura e protezione dei nostri alpeggi e delle montagne sviluppando un processo di turismo responsabile”.

Un'unica grande città di Lecco potrebbe significare pure la creazione di nuovi posti di lavoro e servizi da erogare ai cittadini. “Oggi il nostro territorio è uno dei più fragili e meno competitivi a livello amministrativo nei confronti degli altri capoluoghi e territori lombardi, occorre un'azione incisiva da parte dei cittadini e delle loro organizzazioni come volano per dar corpo ad una esperienza guidata dal basso che possa essere vista anche dagli amministratori come una opportunità – prosegue l'esponente di “Appello per Lecco”, che è rappresentante di Fcnn, il Coordinamento nazionale per la fusione dei Comuni-. Dobbiamo essere noi a decidere il nostro futuro e non lasciarlo in mano ai burocrati romani che, prima o poi, decideranno con il compasso i nuovi confini dei Comuni come già avvenuto negli anni venti del secolo scorso. Inoltre questa iniziativa consentirebbe di far riflettere anche altre comunità adiacenti a Lecco in un percorso che potrebbe ampliarsi e diventare virtuoso”.

Dal canto suo il sindaco dimissionario respinge la proposta al mittente e la cassa categoricamente. “Fusione di Ballabio con Lecco? Un no categorico e definitivo – replica Giovanni Bruno Bussola -. Chi abita a Ballabio è orgoglioso di essere ballabiese, non abbiamo nessuna intenzione di diventare la periferia di un altro paese. Le fusioni tra comuni possono avere successo solo se avvengono tra paesi omogenei e non ci sono somme di denaro che potranno mai indurci a farci annettere da lecchesi”.Il suo invito a Corrado Valsecchi è quello di interessarsi dei problemi di Lecco, non di Ballabio. Anche a Morterone al momento vogliono restare indipendenti, nonostante l'ex sindaco Antonella Invernizzi avesse invocato l'accorpamento con Lecco.