DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco, l'allarme della Coldiretti: le api non producono miele per il troppo caldo

L'allarme di Coldiretti: Lucifero sta danneggiando l'apicoltura provinciale

Api a rischio (Foto AFP)

Lecco, 3 agosto 2017 – Troppo caldo, niente miele. Lucifero sta mietendo vittime anche tra le api che a causa delle temperature torride non producono più nettare, con il rischio del collasso del settore, che solo in provincia di Lecco conta 339 apicoltori e 12.390 alveari. Lo denuncia Fortunato Trezzi, presidente della federazione provinciale di Coldiretti. “L’andamento climatico di quest’anno è stato poco favorevole ai nostri apicoltori – spiega -. Il ritorno di freddo mentre l’acacia fioriva, in primavera, ne ha ridotto le produzioni anche dell’80%. Il maltempo, arrivato successivamente, ha costretto le api a rimanere nelle arnie, e infine il caldo africano di queste ultime settimane ha mandato in sofferenza le piante con effetti sulla produzione dei nettari. Queste concause hanno avuto una ripercussione importante sulla produzione di un’eccellenza del territorio come il miele lariano: un alimento di qualità, rispettoso dell’ambiente”. “Il miele d’acacia, quest’anno, praticamente non è stato fatto – conferma Maria Assunta Manzoni, apicoltrice di  con quindici anni di esperienza alle spalle che non ha mai visto una situazione del genere -. Quello che ci salva, nonostante il gran caldo, è invece il millefiori che, seguito da tiglio e castagno, sta andando bene”.

I “pastori delle api”, che a Como sono 408 per 11.740 alveari, stanno fronteggiando una situazione che definiscono “disastrosa, come racconta Andrea Ortelli, apicoltore 30enne di Carlazzo: “Noi siamo riusciti a fare pochissimo miele di acacia, ma molti nostri colleghi sono rimasti “a secco”, per colpa delle intense gelate primaverili. Ora, invece, la siccità e l’eccessivo caldo stanno influendo negativamente sulla produzione di miele estivo, con un calo del 30%”. “È la prima volta che, per colpa del caldo, registro nella nostra zona una riduzione così forte delle covate delle api regine e sulla riproduzione degli sciami – gli fa eco Enrico Ranghetti, 52 anni, apicoltore di Beregazzo con Figliaro -. La mortalità, quest'anno, può essere stimata attorno al 60%. Quest'annata sta facendo registrare il 70% di quasi tutte le varietà di miele, tranne il castagno, che per ora, sembra partito bene”. In Lombardia, dove operano 5mila apicoltori con 143mila arnie, il bilancio potrebbe essere molto pesante: si potrebbero perdere 500 tonnellate di miele e di prodotti dell’alveare rispetto alle 1.700 tonnellate delle annate normali.