Annone Brianza, cavalcavia crollato: dieci anni di crepe. Ecco i danni prima del disastro

La sequenza dal 2006. Inchiesta, già molte le persone indagate

Il caso del cavalcavia crollato

Il caso del cavalcavia crollato

Annone Brianza (Lecco), 31 ottobre 2016 - Paiono le immagini di un film già visto quelle del crollo del cavalcavia della Superstrada ad Annone Brianza (VIDEO). Sembrano le stesse scattate nello stesso identico punto il 19 maggio 2006, quando un camionista con il proprio mezzo pesante è rimasto incastrato sotto il viadotto, oppure il 24 marzo 2009 quando la stessa sorte è toccata ad un altro autotrasportatore. Mostrano crepe e segni identici, si vedono il calcestruzzo rovinato e le barre in acciaio esposte e forse irrimediabilmente compromessi, simili a un ghigno impresso sulla travatura principale del ponte. I sindaci della zona all’epoca avevano chiesto e sollecitato di abbattere l’opera e ricostruirla da capo, ma per spendere meno, 100mila euro invece che 1 milione, venne deciso di intervenire con semplici rattoppi.

Rispetto agli episodi precedenti, di ormai 11 e 7 anni fa, purtroppo cambia solo l’epilogo dell’incidente di venerdì, ben più tragico, anzi letale. Le foto aiuteranno probabilmente a ricostruire la storia di quel viadotto, realizzato a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, e magari a comprendere le eventuali responsabilità ed omissioni. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di omicidio colposo e disastro colposo. Dell’inchiesta si sta occupando il procuratore capo di Lecco Angelo Chiappani in persona e il sostituto Nicola Preteroti che hanno già nominato un consulente di parte. 

Al momento non sarebbero stati notificati avvisi di garanzia, ma nel registro degli indagati risulterebbero iscritti in molti, dai funzionari di Anas a quelli dell’amministrazione provinciale di Lecco, sino al camionista romeno di 37 anni al volante del tir che avrebbe scatenato il collasso del ponte, un trasporto eccezionale di bobine in metallo che secondo i tecnici di Anas avrebbe superato le 108 tonnellate di peso, ma che invece per Doriano Benedotti, segretario provinciale della Federazione autotrasportatori italiani, sarebbe stato pari a 104,6 tonnellate complessive.

Non era certo il primo viaggio del genere quello. Le autorizzazioni per calcare quelle strade, dove non sono previsti limiti di stazza, valevano sino alla fine dell’anno e sono a firma dei responsabili della Provincia di Bergamo, dove ha sede la Nicoli trasporti spedizioni di Albino, la società proprietaria del camion e per la quale presta servizio l’autista precipitato. «Il nostro mezzo viaggiava nel pieno rispetto dell’autorizzazione rilasciata e delle norme che disciplinano il trasporto eccezionale», assicurano i titolari della Spa.