
I soccorsi
Brivio (Lecco) - Tuffi pericolosi . E a volte anche letali. Come quello che l’altro pomeriggio è costato la vita a Youssef Janoui, 21 anni di Lecco, che si è lanciato nell’Adda dal ponte di Brivio nonostante il fiume in piena. "Solitamente andava a Vercurago per fare il bagno nel lago, non era mai stato a Brivio e non si era mai buttato da quel ponte", racconta il fratello Allan. Purtroppo la prima e una volta è risultata fatale. E il bilancio avrebbe potuto risultare anche peggiore: per salvarlo si è gettato in acqua subito dopo di lui un suo coetaneo quando si è accorto che stava annaspando.
«Io non volevo tuffarmi dal ponte, avevo paura, ma lui si è buttato lo stesso – riferisce l’amico -. Appena ho realizzato che stava affogando mi sono però gettato pure io per provare a raggiungerlo, la corrente tuttavia era troppo forte e ho dovuto raggiungere la riva per non affogare". Anche Viola, ragazzina di appena 13 anni, si è tuffata dall’alzaia per provare a recuperalo, salvo rischiare di essere trascinata insieme a fondo: "Continuava a dimenarsi e avvinghiarsi con tutto il suo peso a me e così stavo per affogare con lui". Fortunatamente Alessandro Sarti, 53enne del posto, con la sua canoa è riuscito a strappare all’Adda almeno Viola.
«Poco prima avevamo avvisato alcuni ragazzi che si trovavano sul ponte di non saltare – spiega il comandante della Polizia locale Alberto Maggioni -. Dopo il nostro rimprovero si erano allontanati, non so se tra loro ci fosse anche il 21enne che poi è morto...". La balneazione del resto in quel punto non è proibita e non esistono neppure espliciti divieti di tuffarsi dal ponte di Brivio. L’area poco più a valle si chiama anzi Toffo, perché in molti nuotano nell’Adda appena qualche centinaio di metri oltre il ponte. Il tuffo dal ponte inoltre è quasi una tradizione sebbene meno seguita rispetto al passato, come una sorta di rito di iniziazione o una prova di coraggio.
Più o meno la stessa cosa che accade nella zona del Moregallo, dove decine di adolescenti e giovani ma anche meno giovani quotidianamente d’estate si buttano nel lago dai finestroni e dal tetto vecchia galleria dismessa della ex Lariana. È successo anche lunedì, quando un 19enne di Seregno dopo un salto di una ventina di metri è riuscito a raggiungere a stento la riva prima di essere soccorso. Oppure il 26 luglio dell’anno scorso, quando un ecuadoregno di 26 anni che viveva a Pioltello è invece morto in seguito al volo che lì non è solamente pericoloso, ma anche proibito, perché al Moregallo non ci si può tuffare. Ci sono cartelli che lo indicano e barriere per impedirlo, eppure in tanti li ignorano e le superano, postando poi i video dell’impresa sui social. Proprio come capita dall’altra sponda del Lario rispetto al Moregallo, dove in molto si buttando direttamente dalla Superstrada 36 o dalle Sp 72 a picco sul lago e sugli scogli del lago.