DANIELE DESALVO
Cronaca

Angela Carla Roi, la Staffetta dimenticata di Dorio: "Non mi invitano, io festeggio lo stesso"

Ha appena compiuto 94 anni, era adolescente quando aiutò i partigiani guidati da Gek

Angela Carla Roi

Dorio (Lecco) - È una delle ultime staffette partigiane ancora superstiti. Mentre gli altri la guerra di Liberazione dai nazifascisti la studiano, la raccontano, la tramandano, la celebrano, Angela Carla Roi , che il 17 febbraio ha compiuto 94 anni, l’ha combattuta realmente, in sella alla sua bicicletta, o in treno, o a piedi, o a dorso di mulo, avanti e indietro tra Dorio, sul lago, dove è nata ed è cresciuta e ancora abita, e le montagne di Lecco, della Valvarrone e della Valtellina, per trasmettere ordini scritti a mano e nascosti nell’orlo della gonna, oppure portare viveri e medicinali, all’occorrenza rifornire armi. Faceva parte della Brigata Rocciatore di Riccardo Cassin e aiutava i partigiani di Federigo Giordano, Gek per tutti, il comandante della 55esima Brigata Fratello Rosselli. Era brava nonostante fosse appena adolescente, per questo era stata dotata pure di una ricetrasmittente e le carte più importanti e compromettenti per le operazioni importanti venivano affidate a lei. In una occasione è stata arrestata per due giorni, mentre un’altra volta ha rischiato di essere uccisa. Altri non sono stati altrettanto fortunati.

Sebbene Carla abbia contribuito a scrivere la storia del 25 Aprile che si festeggia quest’oggi, nessuno l’ha invitata a partecipare ad una delle tante commemorazioni in provincia. "Io però in piazza ci vado lo stesso, mica ho bisogno di inviti. – assicura - Non mi importa se si sono dimenticati, succede fin da dopo la guerra. Ho aiutato e salvato tanti, ma in pochi si sono ricordati di me e ormai sono rimasta solo io. Del resto non l’ho fatto per me, l’ho fatto per la libertà con la “L maiuscola” e per chi è venuto dopo, per i giovani, affinché non passassero quello che abbiamo dovuto subire noi". Certo, si aspettava un’Italia diversa da quella attuale. "Sognavo e sogno un Paese più libero, più semplice, più umano, più unito, dove ci si aiuti tutti, con meno invidia, gelosia e cattiveria", sospira Carla che non riesce a trattenere la commozioni. Se tornasse indietro rifarebbe però di nuovo tutto da capo: "Ne è comunque valsa la pena, perché per me era la cosa giusta da fare".