Secchi e strofinacci a terra per raccogliere e asciugare l’acqua che piove dal soffitto, grandi chiazze di umidità su pareti e soffitti e muffa ovunque. Non succede in uno stabile abbandonato, né in uno scantinato allagato. Capita in un asilo di Como: la scuola dell’infanzia di via Varesina dell’Istituto comprensivo statale di Como Rebbio. Ogni volta che piove è sempre la stessa storia: perdite e infiltrazioni d’acqua, umidità e muffa. È successo pure nei giorni scorsi. I genitori che possono, quando successe, si riportano i figli a casa, gli altri non possono che lasciarli lì, in un ambiente insalubre, per i piccoli alunni, come per le maestre e i collaboratori scolastici che lì ci lavorano. È da mesi che i genitori bussano con lettere alle porte dell’Amministrazione comunale, ma nulla è cambiato.
"Sinceramente voi portereste i vostri figli in una scuola con queste problematiche?", è la domanda con cui si chiude ad esempio una delle mail inviate lo scorso giugno, in seguito alla quale ci sarebbe stato tutto il tempo per intervenire e sanare almeno in parte la situazione. Le immagini girare dai genitori e divulgate nei giorni scorsi da Massimo Scalabrino, portavoce dei genitori, sono inequivocabili e valgono più di mille parole scritte e pronunciate: "La situazione è imbarazzante e la struttura non è adeguata", rincara la dose. Dal canto suo il sindaco di Como, come nel suo stile, non si nasconde dietro un dito e non ci gira attorno: "Sono indignato delle condizioni di quella scuola", le parole di Alessandro Rapinese. Per recuperare il tempo perso e correre ai ripari c’è un noovo dipendente municipale appositamente dedicato per risolvere le gravi criticità in cui versano quella e altre scuole ed una quarantina di edifici comunali. Daniele De Salvo