Bosisio, l’esoscheletro robotico dei soldati aiuterà i bimbi con paralisi cerebrale

Agilik verrà testato per prima volta in Europa all'Irccs Eugenio Medea della Nostra Famiglia di Bosisio Parini

L'esoscheletro Agilik

L'esoscheletro Agilik

Bosisio Parini (Lecco), 28 febbraio 2023 – Dai soldati bionici a un esoscheletro per aiutare a camminare i bambini che non si reggono in piedi. È Agilik. Verrà testato per la prima volta in Europa sui piccoli pazienti dell'Irccs Eugenio Medea de La Nostra Famiglia di Bosisio Parini.

Agilik

Agilik è un esoscheletro robotico indossabile che migliora la biomeccanica del passo nei soggetti affetti da “crouch gait”, cioè quell’andatura accovacciata caratterizzata da un’eccessiva flessione di anca e ginocchio che ed è uno dei più comuni pattern del cammino in bambini con paralisi cerebrale infantile. L’esoscheletro motorizzato può assistere o resistere al movimento durante il cammino, in modo da facilitare l’estensione del ginocchio. è stato sviluppato dai ricercatori di una start up canadese, la Bionic Power.

Tecnologia militare

Da tecnologia militare è diventato un dispositivo medico. Inizialmente il dispositivo è stato progetto per recuperare energia dal movimento passivo del ginocchio per aiutare i soldati a ricaricare letteralmente batterie durante la marcia in modo da trasportare e utilizzare batterie sempre più leggere. Grazie a un incontro con alcuni ricercatori dell’NIH Medical Center di Bethesda in Maryland, è però diventato un dispositivo medico che ha tutte le carte in regola per migliorare la vita di moltissimi bambini.

Il test

Lo strumento verrà testato in bambini con deficit di estensione dovuti a paralisi cerebrale infantile, a partire dai 5 anni di età. In particolare, i ricercatori vogliono esaminare le modifiche funzionali, cinematiche e di attivazione muscolare dell'arto inferiore durante la deambulazione con Agilik rispetto al cammino senza esoscheletro. Si stanno per questo reclutando partecipanti, cioè bambini dai 5 ai 17 anni con problemi di flessione al ginocchio dovuti a paralisi cerebrale infantile. La partecipazione è assolutamente gratuita, l’impegno richiesto è una seduta di un paio d’ore settimanale per 10 settimane.

La ricercatrice

“Sempre più numerose sono le tecnologie a disposizione dei pazienti - spiega la dottoressa Cristina Maghini, fisiatra responsabile dell’Unità operativa Patologie neuromotorie del Medea -. È fondamentale, per chi fa ricerca in ambito clinico, verificare in modo rigoroso efficacia e sicurezza di queste tecnologie. Agilik potrebbe rappresentare una soluzione assistiva o riabilitativa per i bambini con paralisi cerebrale infantile che presentano un deficit di estensione al ginocchio”. L’ortesi è già stata testata in America, è registrata come dispositivo medicale presso la FDA statunitense, Health Canada ed ha la marcatura CE come dispositivo medico in Europa.

Bionic Power

“Agilik è un esempio di ''serendipity'' – sono le parole di Gualtiero Guadagni, ceo di Bionic Power Inc - Da tecnologia sviluppata per la funzione specifica di ricaricare le batterie sfruttando i movimenti passivi del ginocchio, a sistema per potenziare e affiancare l’azione dei quadricipiti nei bambini con paralisi cerebrale. Sono entrato in Bionic Power Inc. per guidare la transizione della società al mondo medicale, e sono entusiasta che la prima sperimentazione al di fuori del Nord America avvenga in una realtà di avanguardia italiana come Astrolab”.

Astrolab

“Presso Astrolab, che è il laboratorio di robotica riabilitativa dell’istituto di ricerca Eugenio Medea, abbiamo avanzate tecnologie di valutazione funzionale e di simulazione dei contesti reali in cui Agilik potrà essere testato in sicurezza per i pazienti pediatrici”, spiega il professor Giuseppe Andreoni, responsabile dell’area di ricerca “Innovazioni tecnologiche in riabilitazione” del Medea. Con lui seguirà operativamente il progetto l’ingegner Emilia Biffi: “Affronteremo temi metodologici e tecnologici ad alta complessità, per una validazione strutturata di una innovazione che potrebbe avere un'importante ricaduta clinica”.