
Carabinieri
Merate (Lecco), 29 gennaio 2021 - Ai carabinieri ha raccontato che il suo ex l’aveva stuprata e massacrata di botte. Ma non era vero. Anzi, semmai è successo il contrario. Dopo essere stata mollata è stata lei, infatti, a trasformare la sua vita in un incubo: oltre a denunciarlo per violenza sessuale solo per vendetta per essere stata piantata in asso, per dieci volte gli ha bucato le gomme e gli ha graffiato la carrozzeria della macchina e ha anche distribuito a pioggia volantini per accusarlo pubblicamente con tanto di nome, cognome ed età di aver "fatto morire tutte le donne che ha toccato senza permesso in piscina e in palestra".
Per questo gli investigatori della Scientifica di Merate hanno arrestato per atti persecutori, calunnia aggravata, danneggiamento e diffamazione ed atti persecutori un’infermiera di 37 anni di Merate, che, nonostante gli evidenti disturbi comportamentali, ha continuato a lavorare in ospedale. Ora la 37enne è ai domiciliari, come chiesto dal pm incaricato del caso, Andrea Figoni. I militari della Scientifica contro di lei hanno raccolto molte prove e in almeno un’occasione l’hanno sorpresa all’opera, eppure con loro ha sempre negato tutto, mentre ieri davanti al gip, durante durante l’interrogatorio di garanzia, ha fatto scena muta. La sua vittima è un 55enne della zona con cui ha avuto una love story tra il 2019 e il 2020, senza tra l’altro rivelargli di essere sposata.
Quando l’ha lasciata inizialmente sembrava una relazione finita senza strascichi come tante, ma lo scorso giugno i militari sono piombati a casa sua e nel suo ufficio per una perquisizione per prelevargli il dna perché lei lo aveva accusato di stupro, di averle spaccato le costole e di averla colpita con una testata. Da lì in poi è stato un crescendo surreale di accuse di atti persecutori fino a quando i carabinieri, che hanno subito intuito la situazione e l’hanno tenuta sempre d’occhio per impedirle che passasse addirittura oltre, non l’hanno confinata ai domiciliari.