Abusi sulla moglie, ristoratore condannato

Abusi sulla moglie, ristoratore condannato

Abusi sulla moglie, ristoratore condannato

Era accusato di avere maltrattato e picchiato la ex moglie per quasi un ventennio, un incubo che avrebbe indotto la donna ad andare via da casa e a dotarsi a scopo difensivo di spray al peperoncino, taser e persino una sbarra di ferro di quasi mezzo metro. Si parla di un ristoratore bresciano 61enne, condannato a tre anni e tre mesi. L’uomo, titolare di una pizzeria in città, era a processo per avere sottoposto la consorte, dieci anni in meno, a vessazioni e abusi dal 2002 al 2019. La denuncia scattò 4 anni fa dopo una lite con epilogo in ospedale. Il referto certificava una "infrazione della mano destra e contusioni da percosse con tentativo di strangolamento". E nel locale davanti a clienti nel 2017 la signora sarebbe stata buttata a terra e presa a pugni anche per ragioni economiche. Nel 2013 botte dall’imputato per indurla a trasferire la residenza a Praga così da acquistarsi una Aston Martin a prezzi vantaggiosi. In aula tuttavia i due figli hanno sconfessato le dichiarazioni iniziali e difeso il padre, uomo "buono" alla mercè di una madre attaccabrighe. Per il pm Lisa Saccaro, che aveva chiesto 3 anni e mezzo, soprattutto la figlia è stata "mendace" mentre la vittima "coerente e priva di intenti calunniosi". Per l’avvocato Gianbattista Bellitti, parte civile, le deposizioni dei figli contro la madre sono "il più grave dei maltrattamenti anche nei loro confronti". Per la difesa, invece, l’imputato meritava l’assoluzione: non avrebbe mai alzato le mani se non per reagire alle provocazioni della donna. Il giudice, Maria Chiara Minazzato, ha creduto all’accusa, trasmesso gli atti perché la figlia sia indagata per falsa testimonianza. B.Ras.