A casa dopo l’attentato a Tel Aviv. Roberto Nicoli sentito dagli inquirenti

Il bergamasco sopravvissuto a Tel Aviv è tornato in città e collabora all’indagine

A casa dopo l’attentato  Nicoli sentito dagli inquirenti

A casa dopo l’attentato Nicoli sentito dagli inquirenti

È a casa, a Bergamo, sta bene. Roberto Nicoli, il 39enne originario di Gandino ma residente in città rimasto ferito nell’attentato terroristico sul lungomare di Tel Aviv, dove ha perso la vita l’avvocato romano Alessandro Parini, è rientrato in Italia dopo la drammatica esperienza vissuta solo una settimana fa. Il volo è atterrato a Malpensa. Al fianco di Roberto il fratello Giovanni, che lo segue come un’ombra protettiva. Dopo lo sbarco, il 39enne ha fatto ritorno nella sua casa in città. Non può rilasciare nessuna dichiarazione fino a quando non verrà sentito dagli inquirenti, visto che è un testimone di quanto è accaduto quella sera.

Del resto c’è un’inchiesta in corso. In Italia la Procura di Roma si sta occupando delle indagini in cui si procede per attentato con finalità di terrorismo, omicidio e lesioni. Un’esperienza che ha avuto un lieto fine, un miracolo che il giovane bergamasco si sia salvato. Ma la drammaticità degli eventi vissuti lascerà il segno per molto tempo, sarà difficile metabolizzare, come aveva raccontato solo qualche giorno fa lo zio.

"Stavo passeggiando e all’improvviso ho visto una macchina bianca sfrecciare, veniva proprio verso di me, volutamente. Mi ha preso in pieno", ha raccontato ai media. Il giorno dopo l’attentato era stato operato al femore, lunedì al naso per una frattura. Ma quando è stato urtato e scagliato a terra dall’auto dell’attentatore ha riportato ferite anche alla testa, al viso, alla schiena e alla parte superiore di un gluteo. Roberto Nicoli, professore, vanta una laurea triennale in Mediazione linguistica all’Università di Milano, un dottorato di ricerca in Germanistica a Pavia e una laurea specialistica in Traduzione a Bologna. In passato è stato docente a contratto all’Università di Bergamo e alla Scienza e Vita San Raffaele di Milano. Da 15 anni lavora come interprete per un’azienda svizzera. Adesso che è a casa dovrà metabolizzare quello che gli è successo. E a Gandino, suo paese d’origine, zii e cugini non vedono l’ora di riabbracciarlo. Solo l’affetto dei suoi cari può aiutarlo.